Con otto film in quasi trent’anni, Mission: Impossible è diventato un caso unico nel panorama hollywoodiano. Tom Cruise saluta davvero il personaggio che lo ha reso leggenda? Tutto è cominciato nel 1966, quando la serie TV Mission: Impossible, creata da Bruce Geller, conquistava il pubblico americano con le imprese di una squadra segreta dell’IMF (Impossible Mission Force). Espedienti tecnologici d’avanguardia, travestimenti elaborati, missioni sotto copertura e il celebre messaggio che “si autodistruggerà in cinque secondi” crearono un modello di spionaggio televisivo sofisticato e intelligente. Ma la vera rivoluzione è arrivata trent’anni dopo, al cinema.
Nel 1996, Tom Cruise, allora all’apice della carriera, acquisisce i diritti del marchio e produce il primo adattamento cinematografico, diretto da Brian De Palma. Il film segna l’inizio di un franchise pluridecennale. Il personaggio di Ethan Hunt, agente scelto dell’IMF, sostituisce l’approccio corale della serie originale per dare spazio a un protagonista unico, carismatico e fisicamente coinvolto in ogni scena d’azione. Cruise, infatti, decide da subito di girare da solo la maggior parte delle sue acrobazie: una scelta che diventerà il tratto distintivo della saga.
Con ogni nuovo capitolo, Mission: Impossible si è reinventato: dallo stile visivo ipercinetico di John Woo (MI:2, 2000) alla svolta drammatica di J.J. Abrams (MI:3, 2006), fino all’espansione globale firmata Brad Bird (Ghost Protocol, 2011) e alla visione coesa e articolata di Christopher McQuarrie, che ha diretto gli ultimi quattro film.
La serie ha progressivamente spostato il baricentro narrativo verso una macro-storia serializzata, abbandonando la struttura episodica dei primi capitoli. Ethan Hunt è diventato sempre più una figura mitica: un agente che non fallisce mai, disposto a sacrificare tutto — anche se stesso — pur di proteggere chi ama e salvare il mondo. Dalla scalata del Burj Khalifa (2011) al salto HALO da 7.600 metri (2018), ogni film ha spinto oltre i limiti dell’azione realistica.
Uscito nelle sale italiane il 22 maggio 2025, Mission: Impossible – The Final Reckoning è il capitolo conclusivo (almeno ufficialmente) di una saga che ha attraversato tre decenni. Diretto ancora una volta da Christopher McQuarrie, il film riprende esattamente dove si era interrotto Dead Reckoning – Parte Uno (2023), proseguendo la battaglia tra Ethan Hunt e una minaccia di nuova generazione: The Entity, un’intelligenza artificiale fuori controllo, capace di manipolare i dati, l’informazione e la realtà stessa.
Il film è stato presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes il 14 maggio 2025, dove ha ricevuto applausi per la sua ambizione narrativa e le spettacolari sequenze d’azione. Nonostante alcuni critici abbiano rilevato un tono solenne e autocelebrativo, la maggior parte ha elogiato l’equilibrio tra intrattenimento puro e riflessione contemporanea sulle nuove frontiere della guerra e della sorveglianza.
Tom Cruise, che all’uscita del film ha 62 anni, firma probabilmente la sua ultima interpretazione nei panni di Ethan Hunt. La pellicola, girata in parte a Malta, Sudafrica, Norvegia e in alcune location top-secret, rappresenta il culmine tecnico e drammatico della saga.
Nonostante il titolo e le dichiarazioni ufficiali, il destino del franchise resta incerto. Cruise e McQuarrie hanno più volte suggerito che The Final Reckoning concluda l’arco narrativo di Ethan Hunt, ma il marchio Mission: Impossible è troppo potente (e redditizio) per essere archiviato con facilità. Spin-off, prequel, o persino un passaggio di testimone non sono ipotesi da escludere.