lI 16 giugno 1963, una donna di umili origini sovietiche cambiò per sempre la storia dell’esplorazione spaziale. A bordo della capsula Vostok 6, infatti, Valentina Tereshkova diventa la prima donna a viaggiare nello spazio, sfidando i limiti della tecnologia, della politica e dei pregiudizi di genere. Il suo volo dura 71 ore, orbitando attorno alla Terra 48 volte: un’impresa che avrebbe consacrato la sua figura nell’immaginario collettivo come simbolo di coraggio, determinazione e progresso. Ma chi era davvero Valentina, prima di diventare una leggenda?
Nata nel 1937 in un piccolo villaggio della Russia centrale, proviene da una famiglia di contadini. Il padre muore combattendo nella guerra finlandese e lascia la madre sola con tre figli. A soli 17 anni, dunque, la ragazza abbandona la scuola per lavorare in una fabbrica tessile e contribuire al bilancio familiare. Ma ha una passione insolita: il paracadutismo. Il suo primo lancio risale al 1959 e da quel momento non smette più.

Ed è proprio questa abilità a catturare l’attenzione del programma spaziale sovietico. Il governo, infatti, sta cercando una donna per una missione pionieristica e la Tereshkova viene scelta tra oltre 400 candidate. Non ha un passato militare né una laurea in ingegneria, ma la sua forza di volontà, il suo carisma e le sue doti atletiche la rendono l’emblema perfetto della nuova eroina sovietica.
Alle 9:29 del mattino del 16 giugno 1963, dunque, Valentina pronuncia la frase destinata a entrare nella storia: “Qui Alondra del Cielo. Tutto procede regolarmente.” E’in orbita. La missione, però, non è certo stata un’avventura semplice da sostenere dal punto di vista fisico. Per gran parte della sua durata, infatti, la giovane donna è sottoposta a enormi stress fisici e mentali come nausea, problemi con il sistema di guida ed insonnia. Eppure, nonostante tutto, riesce a mantenere il sangue freddo e a documentare ogni istante, scattando fotografie preziose per gli scienziati.
Il suo volo è stato anche un potente strumento di propaganda. Grazie a lei, infatti, l’URSS ha dimostrato di poter mandare una donna nello spazio prima degli americani. Non stupisce, dunque, che una volta tornata sulla Terra, Valentina viene accolta come un’eroina, ricevendo addirittura il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica e diventando un volto pubblico di primo piano.
Questa, però, sarà la sua unica missione. La Tereshkova, infatti, non tornerà mai più nello spazio. La sua carriera, invece, prosegue sulla Terra, prima come ingegnere, poi come rappresentante politica. Per finire, entra nel Soviet Supremo e negli anni post-sovietici viene eletta alla Duma, il Parlamento russo.