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Home » Lifestyle » Due erbe aromatiche (buonissime) possono aiutare in caso di Alzheimer, ecco come

Due erbe aromatiche (buonissime) possono aiutare in caso di Alzheimer, ecco come

Rosmarino e salvia contengono acido carnosico, che potrebbe aiutare contro l’Alzheimer. Ecco come e perché.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino1 Luglio 2025
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rami di rosmarino
rami di rosmarino (fonte: Unsplash)
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Due erbe comuni in cucina, rosmarino e salvia, potrebbero nascondere un segreto per combattere l’Alzheimer, una malattia che colpisce la memoria e le funzioni cerebrali. Gli scienziati hanno scoperto che una sostanza presente in queste erbe, chiamata acido carnosico, ha proprietà antinfiammatorie e antiossidanti che potrebbero rallentare il danno al cervello. Tuttavia, non è sufficiente aggiungere rosmarino o salvia ai piatti per ottenere questi effetti: i ricercatori hanno creato un composto speciale che potrebbe diventare un futuro farmaco.

L’acido carnosico è stato studiato in un esperimento condotto dal Scripps Research Institute, pubblicato sulla rivista Antioxidants. Gli scienziati hanno sviluppato una versione modificata, chiamata diAcCA, e l’hanno testata su topi con sintomi simili all’Alzheimer. I risultati sono stati promettenti: i topi trattati hanno mostrato una memoria migliore e un aumento delle connessioni tra le cellule cerebrali, essenziali per il pensiero e l’apprendimento. Inoltre, il composto ha ridotto l’infiammazione nel cervello, un problema comune nella malattia, e ha diminuito l’accumulo di sostanze dannose che danneggiano i neuroni.

un ramo di salvia
un ramo di salvia (fonte: Unsplash)

La particolarità di diAcCA è che rimane inattivo fino a quando non rileva un problema, come lo stress ossidativo o l’infiammazione, tipici delle aree cerebrali colpite dall’Alzheimer. Questo lo rende sicuro, perché non interferisce con le cellule sane. Tuttavia, gli esperti avvertono che mangiare rosmarino o salvia in cucina non fornisce abbastanza acido carnosico per ottenere gli stessi risultati. Il composto deve essere trasformato in un farmaco specifico, dosato correttamente e somministrato sotto controllo medico.

Nonostante i progressi, la strada per un trattamento umano è ancora lunga. I test sui topi sono solo il primo passo. Ora i ricercatori stanno verificando la sicurezza di diAcCA con ulteriori esperimenti sugli animali, valutando diversi dosaggi e il suo comportamento nel tempo. Se questi studi avranno successo, si passerà a test clinici su persone sane per confermare che il composto non causi effetti collaterali. Solo dopo si potranno fare prove su pazienti con Alzheimer per verificarne l’efficacia. Gli scienziati stanno anche considerando di combinare diAcCA con altri farmaci per migliorare i risultati o ridurre gli effetti negativi delle terapie esistenti.

L’acido carnosico è già considerato sicuro dalla FDA, l’agenzia americana che approva i farmaci, ma ciò non basta. Servono studi più ampi per dimostrare che diAcCA funziona davvero sugli esseri umani e non solo sui topi. Questo approccio, ispirato a erbe semplici come rosmarino e salvia, rappresenta una speranza, ma richiede ancora anni di ricerca per diventare una cura concreta.

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