Enrico Valenti, scomparso ieri a 71 anni, rappresenta una delle figure più significative della televisione italiana per bambini. Il suo nome è indissolubilmente legato alla creazione del celebre pupazzo Uan e al programma cult “Bim Bum Bam”, che ha segnato l’infanzia di generazioni di spettatori italiani. Nel 1980, Enrico Valenti fondò insieme a Kitty Perria il Gruppo 80, una compagnia di animazione che si trasformò in un vero e proprio laboratorio magico della creatività televisiva. Questa realtà produttiva divenne il fulcro di un universo fantastico che avrebbe dato vita a personaggi indimenticabili come Five, Four e, soprattutto, il cane rosa Uan.
Il genio creativo di Valenti si manifestò nella capacità di creare contenuti televisivi innovativi, costruiti a misura di bambino e basati sull’interazione tra fantasia e animazione. Il suo lavoro con i pupazzi rappresentò un approccio rivoluzionario nel panorama dell’intrattenimento per l’infanzia.
Uan fece il suo debutto televisivo nel 1983. Questo simpatico cane di peluche rosa con il caratteristico ciuffetto fucsia, divenne rapidamente la mascotte del programma per bambini dell’allora Fininvest, accompagnando i pomeriggi di milioni di giovani e giovanissimi spettatori fino al 1999. “Bim Bum Bam” andò in onda sulle reti Mediaset dal 1982 al 2000, diventando uno dei programmi distintivi e cult dell’emittente. Il successo della trasmissione raggiunse l’apice durante l’epoca di Paolo Bonolis, quando l’intesa tra il giovane conduttore e il pupazzo Uan creò un’alchimia televisiva irripetibile. I dialoghi erano talvolta ai limiti dell’assurdo ma davvero gustosi.

Che i pupazzi fossero un oggetto di culto lo dimostra anche un simpatico aneddoto raccontato tra le risate dallo stesso valenti in un’intervista a Fumetti Rari: un rapimento in piena regola.
Racconta Valenti:
Con lo scioglimento del gruppo80 ci siamo trovati a dire: “Adesso che ne facciamo di tutta questa roba?”. Perché avevamo una scatola con dentro tanti Uan e tanti pupazzi ancora comunque in condizioni accettabili, e sull’onda della disperazione non sapevamo che farne. Una delle ipotesi era quella di buttare via tutto. Io invece ho avuto uno scrupolo, ho mosso qualche conoscenza e ho parlato con un professore della scuola Paolo Grassi di Milano dicendogli che avevamo i pupazzi apparsi in onda su Bim Bum Bam. Lui era un esperto di storia dell’animazione e mi disse che stavano per aprire il museo del burattino di Parma, intitolato a Giordano Ferrari.
Mi consigliò di fare una donazione, ma il museo non era ancora attivo. Quindi mise a disposizione uno spazio a casa sua per tutto il materiale, in attesa di poterlo esporre. Siccome era consapevole che i pupazzi avevano un valore, mise in una teca della scuola Paolo Grassi di Milano un Four un Uan e un Five. Morale della favola: una notte qualcuno si è introdotto e li rubò. Ma non erano i tre pupazzi capostipiti. Erano tre pupazzi originali, come tanti altri che avevamo fatto.
Con la scomparsa di Enrico Valenti si chiude una pagina importante della televisione italiana, alla quale continueremo a pensare con nostalgia.