Il nome di Federico Monzino è balzato agli onori della cronaca giudiziaria nelle ultime ore per il suo presunto coinvolgimento in una vicenda di tentata estorsione ai danni dell’attore Raoul Bova. Imprenditore milanese, 29 anni, è erede della famiglia che opera nel settore della nautica e in passato fondatrice del colosso Standa. E ora si trova ora al centro di un’inchiesta della Procura di Roma.
Federico Monzino appartiene a una delle dinastie imprenditoriali più prestigiose di Milano. Il nonno Tullio Monzino fondò nel 1931 i celebri magazzini Standa, catena italiana di supermercati poi rilevata dalla Fininvest di Berlusconi nel 1988. Il cognome Monzino è inoltre legato al Centro Cardiologico Monzino, struttura sanitaria di eccellenza nel panorama lombardo.
La famiglia si è sempre distinta per le proprie attività imprenditoriali di rilievo e per numerose opere filantropiche che hanno segnato la storia di Milano nel corso dei decenni. Monzino fa parte del Consiglio d’amministrazione del Cranchi Yacht che si occupa di produzione nel settore nautico, mantenendo viva la tradizione imprenditoriale di famiglia.
Secondo quanto riportato da Corriere della Sera, Monzino è considerato un PR noto negli ambienti vip milanesi. Attivo sui social, ama automobili di lusso e uno stile di vita sa super ricco.

E veniamo ora all’affaire Bova-Ceretti. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per tentata estorsione dopo la denuncia presentata da Raoul Bova. L’attore ha segnalato alle autorità di aver ricevuto minacce legate alla diffusione di contenuti audio privati che lo vedevano protagonista insieme alla modella Martina Ceretti, 23 anni, aspirante attrice.
Corona, in più occasioni, ha dichiarato che il materiale gli sarebbe stato consegnato da Federico Monzino, da lui definito burattinaio, e dalla stessa Martina Ceretti. Secondo le ricostruzioni, l’imprenditore milanese avrebbe avuto un ruolo chiave nel trasferimento di questo materiale compromettente. I PM ora valuteranno perché (e se) abbia svolto questa funzione e se ci siano stati in effetti tentativi di estorsione o uso improprio delle chat a fini mediatici o economici. A tal proposito gli agenti della polizia postale hanno perquisito e sequestrato il cellulare sia di Martina Ceretti che di Monzino.

Monzino ha respinto le accuse più gravi, precisando la sua posizione processuale e negando di essere indagato (alcune fonti riportano l’esatto opposto). Secondo la sua versione, sarebbe coinvolto nelle indagini solo come persona informata sui fatti. L’uomo ha affidato il suo pensiero a una storia su Instagram:
“Prendo le distanze dalla ricostruzione di Fabrizio Corona sui fatti accaduti nella vicenda Martina Ceretti/Raoul Bova. Prendo le distanze anche dalla sua accusa nei miei confronti di una presunta estorsione. Ho già informato i miei legali di quanto pubblicato dal medesimo“.
Poi, c’è la questione personale di Bova e la sua separazione dalla compagna Morales. Il legale di Raoul Bova, David Leggi, ha dichiarato che Bova e Rocío Muñoz Morales, mai sposati, sono separati di fatto da tempo, alternandosi nella cura delle figlie Luna (2015) e Alma (2018), e attendono di formalizzare la separazione in tribunale. Il legale di Morales, Antonio Conte, ha smentito la separazione di fatto e qualsiasi accordo, affermando che Morales ha appreso dai media della vicenda, vuole proteggere le figlie e nega le affermazioni di Bova.