Le api assassine esistono davvero o sono solo una leggenda metropolitana? In realtà quando si parla dell’insetto con questo aggettivo ci si riferisce all’ape africanizzata e cioè un ibrido tra la mellifera scutellata e altre sottospecie europee come la mellifera ligustica e la mellifera mellifera. Una specie particolarmente aggressiva. La differenza tra le api africanizzate e quelle normali è nella grandezza e nel colore. Le africanizzate sono leggermente più piccole, con ali più piccole, ma il corpo più lungo e di forma più ovale. Sono color giallo oro, con strisce marroni più scuro, rispetto alle api normali.
L’origine delle api assassine viene fatta risalire precisamente al 1957 quando ben ventisei api regine della Tanzania sono migrate verso la parte sud della grande nazione sudamericana, il Brasile. A condurre questo particolare esperimento fu il biologo Warwick Estevam Kerr che voleva di fatto generare una nuova razza di api in grado di adattarsi a ogni tipo di ambiente in maniera decisamente più rapida rispetto a quelle di genere europeo.
Gli apicoltori lavorano in diverse parti del mondo per allevare le api africanizzate, anche se le caratteristiche di questo particolare tipo di insetti lo rendono difficile perché non sono di certo domestiche. Tra le peculiarità di queste api c’è il fatto che sciamano molto spesso e migrano con facilità inoltre, come si può capire dal nome, sono molto aggressive e si proteggono dentro l’alveare con la presenza di “guardie” al loro interno. Serve dunque per allevare le api in questione una grande esperienza per evitare problemi.