Di tutte le leggende metropolitane di questi ultimi anni, una in particolare continua a diffondersi: quella dei super scarafaggi. Insetti così potenti, da resistere addirittura a un disastro nucleare. Ma quanto c’è di vero? Il mito inizia nel 1945, dopo i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, in Giappone, durante la Seconda Guerra Mondiale. I sopravvissuti raccontarono di aver visto solo scarafaggi muoversi tra le macerie delle due città devastate. Da allora è nata la storia che questi piccoli insetti siano praticamente indistruttibili.
Per verificare se fosse vero, il famoso programma televisivo americano Mythbusters ha condotto un esperimento su un gruppo di scarafaggi tedeschi. Ebbene, i test, effettuati con sorgenti di Cobalto-60 (materiale radioattivo standard) conservate in piscine d’acqua schermata, hanno esposto gli scarafaggi a un’intensità di radiazione sempre crescente misurata in rad, radiation absorbed dose (oggi diventati Gray ndr).

Dopo un mese dall’esposizione a 1000 rads (abbastanza per uccidere un essere umano in 10 minuti), metà degli scarafaggi era ancora viva e in salute. Con 10.000 rads (equivalente alle radiazioni di una bomba atomica), il 10% degli scarafaggi è sopravvissuto per un mese. Con 100.000 rads (dose estrema) non se n’è salvato nessuno. Dunque, sono le creature più resistenti? No.
Sorprendentemente, esistono creature ancora più immuni alle radiazioni:
- Tardigradi: microscopici “orsetti d’acqua” che possono sopravvivere anche nello spazio;
- gli insetti che scavano nel legno: resistono fino a 68.000 rads;
- moscerini della frutta: sopportano circa 64.000 rads;
- vespe parassite: sopravvivono a 180.000 rads di resistenza.
Anche se questi animali sopravvivessero alle radiazioni, però, dovrebbero affrontare un problema ancora più grande: il cibo. Dopo un disastro nucleare, l’ambiente cambierebbe drasticamente e la catena alimentare verrebbe distrutta.