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Home » Spettacolo » Quando Discoring trasformò la TV italiana in una discoteca a colori

Quando Discoring trasformò la TV italiana in una discoteca a colori

La trasmissione che ha acceso i pomeriggi italiani con esibizioni in playback, classifiche, stili, sigle memorabili e innovazione televisiva.
Tiziana MorgantiDi Tiziana Morganti26 Agosto 2025
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La storica grafica di Discoring
La storica grafica di Discoring
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Quando, nel febbraio del 1977, Gianni Boncompagni porta per la prima volta in onda Discoring, pochi avrebbero immaginato che quel programma sarebbe diventato un cult della televisione italiana. Collocato inizialmente all’interno di Domenica In, il format aveva un’idea semplice ma rivoluzionaria: raccontare la musica del momento attraverso le classifiche, le esibizioni, quasi sempre in playback, e un linguaggio diretto, pensato per un pubblico giovane e curioso.

Nata come risposta italiana al britannico Top of the Pops, ma con il marchio inconfondibile di Boncompagni, la trasmissione riesce a trasformare un contenitore di dischi in uno specchio della società. I ragazzi degli anni Settanta e Ottanta, infatti, iniziano ad aspettare la domenica per scoprire i brani in vetta alle classifiche, conoscere nuovi artisti e riascoltare i grandi successi internazionali.

Indimenticabili sono anche le sigle. La prima, Superdance dei Bus Connection, con la voce di Boncompagni a scandire il ritmo, diventa un simbolo della disco music in TV. Poi arrivò Guapa, sempre dei Bus Connection, con un’estetica visiva fortemente legata agli anni Ottanta e al volto di Gloria Piedimonte, ballerina e attrice che segna l’immaginario dell’epoca.

Anche la scenografia fa la sua parte: uno studio dominato da una parete di casse acustiche, luci colorate e un impianto hi-fi all’avanguardia, elementi che immergono lo spettatore in un’atmosfera completamente nuova. Non si trattava solo di ascoltare la musica, dunque, ma di viverla.

A condurre il programma, nelle diverse stagioni, passano molti volti che sarebbero diventati protagonisti della televisione italiana. Dallo stesso Boncompagni a Claudio Cecchetto, da Jocelyn a Carlo Conti, fino ad Anna Pettinelli, Isabel Russinova e Kay Rush. Ciascuno porta la propria impronta, mantenendo però lo spirito fresco e diretto che rende Discoring un appuntamento imperdibile.

Nel corso degli anni il programma cambia pelle. Le prime due edizioni sono trasmesse in bianco e nero, ma già dalla terza, nel 1978, arriva il colore, che esalta scenografie, costumi e coreografie. Nel 1986, poi, Discoring lascia la domenica per approdare al venerdì pomeriggio, in uno spazio tutto suo. Fino a che, il 26 maggio 1989, va in onda l’ultima puntata, chiudendo un capitolo lungo dodici anni che ha accompagnato i mutamenti musicali e culturali del Paese.

Il successo di Discoring, dunque, non è solo televisivo, ma culturale. Grazie al programma, infatti, artisti come Barry White, Bee Gees, Gloria Gaynor, Duran Duran e i protagonisti della nascente Italo-disco sono riuscite ad arrivare direttamente al pubblico italiano. E i ragazzi, davanti al televisore, non scoprono soltanto le hit, ma anche un nuovo modo di vestirsi, muoversi, parlare.

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