Per milioni di anni, gli squali hanno dominato i mari grazie alle loro mascelle dotate di denti affilati come rasoi. Oggi, però, questi predatori stanno affrontando una minaccia inaspettata che arriva direttamente dall’ambiente che li ospita: l’oceano stesso sta corrodendo i loro denti. Un gruppo di ricercatori tedeschi dell’Università Heinrich Heine di Düsseldorf ha condotto uno studio rivoluzionario sui denti degli squali pinna nera del reef (Carcharhinus melanopterus), pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Marine Science. I risultati hanno dimostrato che anche se i denti degli squali sono altamente mineralizzati e costruiti per tagliare la carne, rimangono vulnerabili agli effetti corrosivi di oceani più acidi.
L’acidificazione oceanica è causata dall’assorbimento dell’anidride carbonica prodotta dalle attività umane: quando la CO₂ si dissolve nell’acqua marina, forma acido carbonico che abbassa il pH dell’oceano. Dal periodo preindustriale, il pH degli oceani è già sceso di 0,1 unità, e le proiezioni indicano che entro il 2300 potrebbe raggiungere livelli mai visti negli ultimi 300 milioni di anni.

Per comprendere gli effetti dell’acidificazione, i ricercatori hanno raccolto oltre 600 denti naturalmente persi dagli squali ospitati nell’acquario Sealife di Oberhausen, in Germania. Sedici denti perfettamente conservati sono stati immersi per otto settimane in vasche con livelli di pH diversi: uno corrispondente alla media attuale degli oceani (8,2) e l’altro simulando le condizioni previste per il 2300 (7,3).
I risultati sono stati sorprendenti. I denti esposti all’acqua più acida hanno mostrato evidenti segni di danneggiamento: crepe, buchi e una maggiore corrosione delle strutture radicolari. Anche le corone dentali, fondamentali per afferrare e tagliare le prede, hanno presentato segni visibili di usura. Persino i bordi seghettati, cruciali per lacerare la carne, hanno perso parte dei loro dettagli più fini.
A differenza degli esseri umani, che hanno solo due set di denti nella vita, gli squali li sostituiscono continuamente: un singolo esemplare può perderne migliaia nel corso della propria esistenza. Tuttavia, se questi denti diventano più deboli o soggetti a rotture, l’efficienza alimentare potrebbe diminuire drasticamente.
La corrosione dei denti non è solo un problema per gli squali individuali, ma potrebbe avere ripercussioni sull’intero ecosistema marino. Gli squali, in qualità di predatori apicali, svolgono un ruolo cruciale nel mantenere l’equilibrio delle popolazioni marine. Anche moderate diminuzioni del pH potrebbero influenzare le specie più sensibili con cicli di sostituzione dentale lenti o avere impatti cumulativi nel tempo.
Se i denti indeboliti riducono l’efficacia di caccia, gli squali potrebbero consumare più energia per ottenere meno cibo, compromettendo la loro sopravvivenza e il loro ruolo ecologico. Questo potrebbe portare ad alterare l’equilibrio di interi ecosistemi marini.