Il nome del trio comico Gialappa’s Band viene dalla Gialappa (Ipomoea purga), una pianta messicana dai fiori rosa, utilizzata come potente purgante per i cavalli. Carlo Taranto, Marco Santin e Giorgio Gherarducci scelsero l’appellativo come pseudonimo sintetico, quando approdarono all’allora Fininvest. Il trio decise di nominarsi come l’arbusto lassativo per risparmiare spazio nei titoli di coda del varietà di Rete 4 Un fantastico tragico venerdì, del 1986, dove raccontava in stile Tutto il calcio minuto per minuto le telenovelas sudamericane,
Il nome faceva riferimento ai tempi in cui a Radio Popolare commentavano i mondiali messicani del 1986. In particolare, a colpire l’attenzione dei tre fu una lunga schiera di calciatori colpiti da malanni intestinali. Da quel momento Taranto, Santin e Gherarducci iniziarono una carriera luminosa, in radio e non solo, culminata nel 1989 con la creazione del loro primo show televisivo, Mai dire Banzai.
Mai dire Banzai era un programma cult, in onda su Italia 1, in cui le loro voci fuori campo descrivevano le mirabolanti avventure di alcuni assurdi giochi giapponesi. La consacrazione definitiva arrivò però nel 1990 con Mai dire gol. Un contenitore dissacrante sul calcio che divenne in breve tempo una meta ambita dagli stessi giocatori di serie A. Per non parlare della quantità di comici di successo da esso lanciati. Da Fabio De Luigi a Paola Cortellesi, passando per Luciana Littizzetto e Antonio Albanese.
I tre diedero il loro contributo ironico anche al cinema. Per esempio collaborando al soggetto e alla sceneggiatura di Tre uomini e una gamba e Così è la vita di Aldo, Giovanni e Giacomo. Fino a supervisionare un loro film, Tutti gli uomini del deficiente, nel 1999.