Francesca Paola Albanese è una giurista italiana nata ad Ariano Irpino il 30 marzo 1977 e specializzata in diritto internazionale con focus sui diritti umani e sul Medio Oriente. Dal 1° maggio 2022 ricopre il ruolo di relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, succedendo al canadese Michael Lynk. È la seconda persona italiana dopo Giorgio Giacomelli e la prima donna a ricoprire questa posizione di rilievo internazionale.
Il suo percorso accademico l’ha portata a completare la laurea in giurisprudenza presso l’Università di Pisa e un master in diritti umani alla School of Oriental and African Studies dell’Università di Londra. Dal 2020 sta svolgendo un dottorato di ricerca in diritto internazionale dei rifugiati presso l’Università di Amsterdam. La sua carriera professionale vanta un decennio di esperienza come esperta di diritti umani per le Nazioni Unite, collaborando con l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani e l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino Oriente.
Prima della nomina Onu, la Albanese ha lavorato come consulente senior sulla migrazione e gli sfollamenti forzati presso la ONG Arab Renaissance for Democracy and Development, dove è stata cofondatrice della “Rete globale sulla questione palestinese”. Ha inoltre insegnato diritto internazionale come docente a contratto presso università europee e arabe, tra cui l’Università americana di Beirut. Nel 2020 ha pubblicato con Lex Takkenberg la seconda edizione del manuale Palestine Refugees in International Law per la Oxford University Press, consolidando la sua reputazione come esperta della questione palestinese.
Nel suo ruolo di relatrice Onu, Albanese si è distinta per le sue posizioni fortemente critiche nei confronti delle azioni del governo israeliano nella Striscia di Gaza. Nel suo primo rapporto del 18 ottobre 2022, ha raccomandato che gli Stati membri delle Nazioni Unite sviluppassero un piano per porre fine all’occupazione coloniale israeliana e al regime di apartheid. Durante la guerra tra Israele e Hamas iniziata nell’ottobre 2023, ha chiesto un cessate il fuoco immediato, avvertendo che i Palestinesi corrono il grave pericolo di una pulizia etnica di massa.
Il momento più controverso della sua attività è arrivato il 25 marzo 2024, quando nel rapporto intitolato Anatomia di un genocidio, presentato al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, ha affermato che esistevano “ragionevoli basi” per credere che Israele stesse commettendo un genocidio a Gaza. Questa posizione ha scatenato reazioni durissime da parte degli Stati Uniti: il 5 luglio 2025 il Segretario di Stato americano Marco Rubio l’ha sanzionata, accusandola di fomentare l’antisemitismo, esprimere sostegno al terrorismo e disprezzare Stati Uniti e Israele. Amnesty International e le Nazioni Unite hanno condannato queste sanzioni, considerandole un attacco all’indipendenza del suo lavoro.
#GazaGenocide. Day 665. pic.twitter.com/Q18IcEYZ3C
— Francesca Albanese, UN Special Rapporteur oPt (@FranceskAlbs) August 3, 2025
Ma è in Italia che la reputazione di Albanese ha subito gli scossoni più significativi, soprattutto per le divergenze pubbliche con la senatrice a vita Liliana Segre. Nell’agosto 2024 Segre era intervenuta sull’uso del termine genocidio per Gaza, definendo l’abuso di questa parola “un fatto morboso che scaturisce da sentimenti antisemiti”. Albanese ha risposto con un post su Facebook e un tweet che la ritraeva davanti al murale dedicato alla senatrice con la frase “l’indifferenza è più colpevole della violenza stessa”, accompagnato dal commento “Gaza Genocide. Day 665”.
Un incidente più recente è avvenuto durante la trasmissione In Onda su La7, quando Albanese ha lasciato lo studio dopo che il giornalista Francesco Giubilei aveva citato la posizione della senatrice Segre sul genocidio. L’uscita è stata interpretata da alcuni come una reazione alle parole su Segre, benché la relatrice avesse avvisato ben due volte in precedenza di dover lasciare lo studio in anticipo. In un’intervista successiva a FanPage, Albanese ha dichiarato che secondo lei la senatrice, per la quale ha un profondo rispetto, non sarebbe lucida nelle sue valutazioni a causa di un “condizionamento emotivo“ legato al suo trauma personale e al suo legame con Israele.
Per questa sera, a due anni esatti di distanza dall’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023, è prevista la partecipazione della Albanese a un evento a Genova organizzato da Defence for Children Italia, Amnesty International, Associazione dei Giuristi Democratici e Anpi. L’evento si sarebbe dovuto svolgere a Palazzo Ducale in presenza della sindaca Silvia Salis e con il patrocinio del Comune di Genova; le numerose proteste della comunità ebraica per la “data inopportuna” hanno però costretto gli organizzatori a spostarlo ai Giardini Luzzati, e la sindaca Salis a ritirare la sua presenza.