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Home » Innovazione » Tecnologia » È ufficiale, l’intelligenza artificiale arriva nella tua barra di ricerca Google: come funziona AI Mode?

È ufficiale, l’intelligenza artificiale arriva nella tua barra di ricerca Google: come funziona AI Mode?

Da oggi AI Mode arriva in Italia: la nuova ricerca intelligente che risponde come un assistente conversazionale in 36 lingue.
Tiziana MorgantiDi Tiziana Morganti8 Ottobre 2025
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La homepage di Google.com
La homepage di Google.com (fonte: Wikipedia)
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L’8 ottobre 2025 segna una svolta nel modo in cui gli italiani interagiscono con Google. La multinazionale di Mountain View, infatti, ha ufficialmente lanciato AI Mode nel nostro Paese, portando l’intelligenza artificiale generativa direttamente nella barra di ricerca che utilizziamo quotidianamente. Non si tratta di un semplice aggiornamento estetico, ma di una rivoluzione concettuale: Google non è più solo un elenco di link blu, ma diventa un assistente intelligente capace di comprendere domande complesse e fornire risposte strutturate in modo conversazionale.

La novità è disponibile sia sul sito desktop che tramite l’app Google per Android e iOS, e si estende a quasi 50 Paesi nel mondo con supporto per 36 lingue diverse. Nick Fox, Senior Vice President of Knowledge & Information di Google, ha spiegato in un’intervista esclusiva che l’intuizione alla base di questo sviluppo è stata quella di unire la potenza tradizionale della ricerca con le capacità di ragionamento dei modelli di intelligenza artificiale Gemini. Il risultato? Un sistema che non si limita a trovare informazioni, ma le elabora, le confronta e le presenta in formati immediatamente utilizzabili.

google
Google (fonte: Unsplash)

Dal punto di vista tecnico, dunque, AI Mode introduce una vera innovazione nel funzionamento dei motori di ricerca. Quando un utente pone una domanda articolata, il sistema non cerca più semplicemente parole chiave correlate. Utilizza invece una tecnica avanzata chiamata query fan-out, che scompone la domanda originale in molteplici sotto-domande, lancia ricerche parallele e simultanee su diversi aspetti del quesito, per poi riassemblare i risultati in una risposta unica e coerente. Questo processo, invisibile all’utente ma estremamente complesso dal punto di vista computazionale, permette di esplorare il web con una profondità senza precedenti. Ma come è stato possibile arrivare a questo?

Il cuore tecnologico di AI Mode è rappresentato da una versione personalizzata di Gemini, il modello di intelligenza artificiale avanzato di Google. A differenza dei chatbot tradizionali, questo sistema è stato specificamente ottimizzato per tre parametri fondamentali: accuratezza delle informazioni, affidabilità delle fonti e velocità di risposta. Nick Fox, poi, ha sottolineato come la rapidità sia uno degli elementi che più sorprende gli utenti, con risposte che arrivano quasi istantaneamente nonostante la complessità dell’elaborazione sottostante.

Una caratteristica distintiva di AI Mode, inoltre, è anche la sua natura multimodale. Questo vuol dire che gli utenti possono interagire con il sistema non solo digitando testo, ma anche utilizzando comandi vocali o caricando immagini direttamente nella barra di ricerca. Questa versatilità apre scenari d’uso completamente nuovi: si può fotografare un piatto in un ristorante e chiedere la ricetta, oppure inquadrare un monumento e ottenere informazioni storiche dettagliate senza dover formulare una domanda testuale.

Ma cosa si può concretamente fare con AI Mode? Le applicazioni pratiche sono numerose e toccano aspetti quotidiani della vita digitale. È possibile, ad esempio, pianificare attività complesse come una gita di tre giorni a Roma per una famiglia con bambini piccoli, specificando la necessità di includere attrazioni adatte ai più giovani e ristoranti dotati di seggioloni. Il sistema elaborerà un itinerario completo, con orari, collegamenti e suggerimenti contestualizzati.

Allo stesso modo, AI Mode eccelle nei confronti strutturati. Si può chiedere di creare una tabella che confronti i diversi metodi di preparazione del caffè, analizzando differenze di gusto, facilità d’uso ed attrezzatura necessaria. Il sistema non solo fornirà le informazioni, ma le organizzerà in un formato visivamente chiaro e immediatamente comprensibile, risparmiando ore di ricerca manuale su siti specializzati.

Un elemento cruciale dell’esperienza utente, però, è la capacità conversazionale del sistema. Dopo aver ricevuto una prima risposta, è possibile fare domande di follow-up senza dover ripetere il contesto. L’intelligenza artificiale mantiene la memoria della conversazione e può approfondire aspetti specifici, raffinare risultati o cambiare direzione in base alle esigenze che emergono durante l’interazione. Questa modalità dialogica rende l’esperienza molto più naturale rispetto alla ricerca tradizionale basata su query isolate.

Google ha posto particolare attenzione anche alla questione dell’affidabilità delle informazioni, un tema centrale quando si parla di intelligenza artificiale generativa. Per questo ogni risposta fornita da AI Mode include sempre i link alle fonti da cui sono state estratte le informazioni, permettendo agli utenti di verificare e approfondire autonomamente.

Nonostante tutto questo, però, esistono dei limiti. Essendo un prodotto nelle sue fasi iniziali, Google ammette che i risultati potrebbero non essere sempre perfetti. Per le ricerche in cui l’affidabilità non è considerata sufficientemente elevata, il sistema continuerà a mostrare i classici risultati web sotto forma di link. L’impegno dichiarato, dunque, è quello di migliorare continuamente il servizio sulla base del feedback degli utenti, un processo iterativo che caratterizza lo sviluppo dei prodotti basati su machine learning.

Dal punto di vista dell’ecosistema digitale, comunque, l’arrivo di AI Mode in Italia rappresenta un segnale importante della direzione verso cui si muove il settore della ricerca online. L’intelligenza artificiale non sostituisce il web, ma diventa uno strato interpretativo che media tra la complessità delle informazioni disponibili e le esigenze concrete degli utenti. Questo cambiamento pone nuove domande sul ruolo dei creatori di contenuti, sulla visibilità dei siti web e sull’economia dell’attenzione nell’era dell’AI.

 

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