No, non pensate a Ed Gein o a Fantozzi con la poltrona del mega direttore. La pratica (macabra) di rilegare libri in pelle umana è antichissima ed è conosciuta con il termine tecnico di bibliopegia antropodermica. Dietro questa tradizione inquietante si celano motivazioni diverse, dalla punizione di criminali alla volontà di medici di creare copertine simbolicamente significative per i propri trattati scientifici.
Per decenni, verificare l’autenticità di queste rilegature è stato praticamente impossibile. La pelle umana conciata e quella di altri animali appaiono infatti virtualmente identiche a occhio nudo. Tuttavia, la tecnologia moderna ha cambiato le carte in tavola, grazie a una tecnica di analisi molecolare, oggi è possibile testare con certezza la natura delle rilegature.
Le biblioteche che custodiscono questi volumi hanno adottato approcci diversi nella loro gestione. Alcune istituzioni hanno scelto di limitarne l’accesso al prestito o addirittura di rimuovere completamente la rilegatura in pelle. Nel 2024, la Houghton Library di Harvard ha preso proprio questa decisione per una copia di “Des destinées de l’âme” di Arsène Houssaye, motivando la scelta con “la natura eticamente problematica delle origini del libro e della sua storia successiva”. Al contrario, altre biblioteche hanno scelto di esporre questi esemplari al pubblico.
Tra gli esempi più documentati figura il caso del dottor Ludovic Bouland, che durante la sua formazione come studente di medicina in un ospedale psichiatrico di Metz, Francia, negli anni ’60 dell’Ottocento, prelevò la pelle di una paziente deceduta di cui non si conosce il nome. Anni dopo, Bouland utilizzò quella pelle per rilegare due libri della sua collezione. Il primo era un’edizione del 1663 del trattato sulla verginità di Séverin Pineau, “De integritatis et corruptionis virginum notis”. Su una delle pagine bianche del libro, Bouland scrisse: “Questo curioso libretto sulla verginità, che mi sembrava meritasse una rilegatura consona al suo argomento, è rilegato con un pezzo di pelle di donna che ho conciato io stesso con della sommacco“.

Il secondo libro rilegato da Bouland era proprio la copia di “Des destinées de l’âme” di Houssaye del 1879, lo stesso volume che Harvard avrebbe poi “spellato” oltre un secolo dopo. Anche in questo caso, il dottore lasciò una nota esplicativa: “Un libro sull’anima umana meritava di avere una copertura umana”.
Un altro medico con una predilezione per la bibliopegia antropodermica fu John Stockton Hough. Nel gennaio 1869, Hough eseguì l’autopsia sul corpo di Mary Lynch, una donna ricoverata al Philadelphia General Hospital l’estate precedente per tubercolosi, che aveva poi contratto la trichinosi, una malattia causata da un verme parassita. Il medico rimosse un pezzo di pelle dalla coscia di Lynch e la conciò in un vaso da notte. Quasi vent’anni dopo, nel 1887, utilizzò quella pelle per rilegare i dorsi e i bordi di tre libri medici: un’edizione del 1650 di un libro di rimedi della levatrice di corte francese Louise Bourgeois, un libro di testo di anatomia umana di Louis Barles del 1680 e “Speculations on the Mode and Appearances of Impregnation in the Human Female” di Robert Couper del 1789.
Hough possedeva almeno altri due libri rilegati in pelle umana. La sua copia di “De conceptione adversaria” di Charles Drelincourt del 1686 fu rilegata usando, secondo una nota scritta dallo stesso Hough nel libro, la “pelle del polso di un uomo morto all’ospedale di Philadelphia nel 1869”. L’uomo potrebbe essere stato un paziente di nome Thomas McCloskey. Non si sa invece da quali resti Hough abbia ricavato la pelle per rilegare il “Catalog des sciences médicales” del 1865, ma a differenza degli altri suoi libri in pelle, in questo caso non conservò la pelle a lungo prima di utilizzarla.
Particolarmente inquietante è la storia legata a due copie di “Poems on Various Subjects, Religious and Moral” del 1773, opera di Phillis Wheatley, il primo libro di poesie conosciuto pubblicato da una donna afroamericana. Per pubblicare il libro, Wheatley dovette prima affrontare e silenziare i critici che mettevano in dubbio le sue capacità intellettuali a causa della sua razza e del suo passato da schiava. Il fatto che due copie di quest’opera pionieristica e simbolo di emancipazione siano state rilegati in pelle umana aggiunge un ulteriore livello di orrore alla loro storia.
Altri volumi confermati includono “De Humani Corporis Fabrica Libri Septem”, una traduzione francese di “Le Scarabée d’Or” di Edgar Allan Poe, “Le Traicté de peyne”, “An Authentic and Faithful History of the Mysterious Murder of Maria Marten”, “An Elementary Treatise on Human Anatomy”, “Narrative of the Life of James Allen”, “The Dance of Death” e “Mademoiselle Giraud, my wife”. Ciascuno di questi libri porta con sé una storia particolare, spesso legata a contesti medici, criminali o di profonda disuguaglianza sociale.