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Home » Attualità » Omicidio Cecchettin, Turetta spiazza tutti: rinuncia all’appello, ma la condanna vera non è del tribunale

Omicidio Cecchettin, Turetta spiazza tutti: rinuncia all’appello, ma la condanna vera non è del tribunale

Ergastolo definitivo per il femminicidio di Giulia Cecchettin. Le ragioni della scelta e le reazioni della famiglia.
Tiziana MorgantiDi Tiziana Morganti14 Ottobre 2025
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Filippo Turetta durante il processo
Filippo Turetta durante il processo (fonte: Quotidiano.net)
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Una decisione inattesa ha scosso il caso giudiziario più seguito degli ultimi anni. Filippo Turetta, il 24enne condannato all’ergastolo in primo grado per l’omicidio di Giulia Cecchettin, ha comunicato la sua volontà di rinunciare al processo d’appello. Una scelta che chiude definitivamente la partita legale e che arriva attraverso una lettera scritta a mano, indirizzata alla Procura generale, alla Procura ordinaria, alla Corte d’Assise e alla Corte d’Appello di Venezia.

Nella missiva, Turetta si dichiara sinceramente pentito e manifesta l’intenzione di accettare la condanna senza cercare sconti di pena. Il processo di secondo grado era previsto per il 14 novembre 2025, ma questa rinuncia lo rende di fatto superfluo. La sentenza di primo grado diventa così definitiva, confermando l’ergastolo per il femminicidio che ha sconvolto l’Italia nel novembre 2023.

Filippo Turetta

Le ragioni dietro questa scelta sono molteplici e intrecciate. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, il clima intorno a Turetta si è fatto sempre più insostenibile: l’aggressione subita in carcere da parte di un altro detenuto, che gli ha procurato un labbro spaccato, le minacce ricevute, la pressione mediatica costante e il rifiuto di Gino Cecchettin di accogliere, almeno per il momento, la sua richiesta di giustizia riparativa. Tutti elementi che avrebbero contribuito a questa decisione.

Il processo di primo grado si era concluso con una condanna che aveva fatto discutere. I giudici della Corte d’Assise, infatti, avevano riconosciuto la premeditazione dell’omicidio, affermando che Turetta aveva pianificato il delitto con cura, arrivando persino a compilare una lista delle cose da fare in vista dell’uccisione di Giulia. Era stata invece esclusa l’aggravante della crudeltà, una decisione che aveva suscitato le critiche della famiglia Cecchettin e di chi seguiva il caso.

Proprio su questo punto si era concentrato l’appello presentato dai legali di Turetta. La difesa contestava la premeditazione, sostenendo che il giovane avesse agito d’impeto e non seguendo un piano premeditato. Al contrario, la Procura di Venezia aveva presentato un appello incidentale, chiedendo di riconoscere le aggravanti della crudeltà e dello stalking, non incluse nella sentenza di primo grado. Con la rinuncia di Turetta, entrambi gli appelli perdono efficacia.

La sorella di Giulia, Elena Cecchettin, si era espressa duramente sulle motivazioni della sentenza, definendole un terribile precedente. L’esclusione dell’aggravante della crudeltà aveva, infatti, sollevato interrogativi sulla valutazione della violenza subita da Giulia, uccisa con 75 coltellate.

Ora, con la rinuncia all’appello, Turetta resterà in carcere per sempre, scontando l’ergastolo nel penitenziario di Verona Montorio, dove è detenuto dal 25 novembre 2023. La sua decisione rappresenta un epilogo definitivo sul piano giudiziario, anche se le ferite lasciate da questa tragedia nella famiglia Cecchettin e nella società italiana rimangono profonde e difficili da rimarginare.

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