Il clan Doghmush rappresenta una delle famiglie palestinesi più controverse e potenti della Striscia di Gaza. Con una storia che attraversa decenni di conflitti, alleanze mutevoli e attività illecite, questa estesa famiglia è diventata protagonista di alcuni degli episodi più significativi della recente storia palestinese. Soprannominati “i Soprano di Gaza” per le loro attività criminali e l’influenza territoriale, i Doghmush si sono trovati al centro di scontri violenti con Hamas nelle scorse settimane, in quello che è stato definito uno dei conflitti interni più sanguinosi dalla fine delle principali operazioni israeliane nell’enclave.
Il nome Doghmush, traslitterato dall’arabo Duġmuš, ha origini turche e testimonia l’arrivo della famiglia a Gaza dai territori ottomani all’inizio del XX secolo. In turco, Doğmuş significa “nato” e utilizza il tempo passato inferenziale. Questa etimologia riflette un’epoca in cui Gaza era un punto di passaggio cruciale per i commerci tra Asia e Africa, quando il corridoio di sabbia stretto tra Israele, Egitto e mar Mediterraneo era ancora aperto e vivace.
La famiglia Doghmush ha consolidato il proprio potere radicandosi principalmente nei quartieri Sabra e Tel al-Hawa della città di Gaza. Da queste roccaforti, il clan ha esteso la propria influenza attraverso attività illecite che comprendono traffico d’armi, contrabbando, estorsioni e spaccio di droga. La loro specializzazione più redditizia è stata la gestione dei tunnel sotterranei che collegavano Rafah con l’Egitto, canali clandestini attraverso cui transitavano armi, sigarette e stupefacenti, eludendo i controlli di frontiera.
Uno degli aspetti più complessi della storia del clan Doghmush è la sua capacità camaleontica di cambiare alleanze politiche e militari. Mumtaz Doghmush, figura di spicco della famiglia, ha iniziato la sua carriera negli anni Novanta come membro della Sicurezza Preventiva comandata da Mohammed Dahlan, di fatto la polizia segreta di Gaza quando l’enclave era sotto il controllo di Fatah. In quel periodo, gli islamisti di Hamas ricordano ancora con rancore come gli uomini della fazione rivale tagliassero loro le barbe devote in segno di disprezzo.
La trasformazione di Mumtaz Doghmush è emblematica della fluidità delle alleanze nella Striscia. Nel corso degli anni, il leader del clan ha lasciato crescere anche lui la barba della devozione, che sarebbe diventata fanatica, fino a fondare l’Esercito dell’Islam e giurare fedeltà prima allo Stato Islamico e poi ad Al Qaeda. I membri del clan si sono trovati affiliati o allineati con vari gruppi palestinesi e islamisti, tra cui Fatah, Hamas, i Comitati di Resistenza Popolare e Al-Qaeda, rendendo la famiglia una presenza trasversale nella complessa geografia politica di Gaza.
Il rapimento del giornalista britannico Alan Johnston nel marzo 2007 rappresenta uno dei capitoli più noti della storia del clan. Membri della famiglia affiliati ad Al-Qaeda, autoproclamatisi Jaysh al-Islām (Esercito dell’Islam), tennero in ostaggio il corrispondente della BBC per quattro mesi, fino a luglio 2007. L’operazione fu orchestrata proprio per mettere in difficoltà Hamas di fronte alla comunità internazionale, sfidando il potere del gruppo islamista con vessilli neri in opposizione a quelli verdi. Mumtaz Doghmush è stato identificato come la mente dietro il sequestro di Johnston.
Le tensioni tra il clan Doghmush e Hamas hanno caratterizzato gran parte degli ultimi due decenni. Dopo la presa di potere di Hamas a Gaza nel 2007, il clan si è trovato spesso coinvolto in scontri violenti e mortali con le forze di sicurezza dell’organizzazione islamista. Il 16 settembre 2008, dopo l’uccisione di un ufficiale di polizia di Hamas, le forze di sicurezza del gruppo fecero irruzione in una roccaforte del clan, scatenando combattimenti che causarono la morte di dieci membri della famiglia, incluso il fratello di Mumtaz. Tra le vittime ci fu anche la figlia neonata di Zakaria Doghmush, segretario generale dei Comitati di Resistenza Popolare affiliati a Hamas, in quello che fu il peggior scoppio di violenza a Gaza dall’estate 2008.

Dopo il golpe con cui Hamas tolse il dominio sui 363 chilometri quadrati dell’enclave all’Autorità palestinese, l’organizzazione islamista voleva il controllo totale anche sul contrabbando. Questo portò inevitabilmente a conflitti con il clan Doghmush, che gestiva proprio quei redditizi traffici clandestini. Il clan ha sempre rappresentato un elemento di instabilità per Hamas, un potere parallelo difficile da controllare completamente.
La guerra a Gaza iniziata nell’ottobre 2023 ha segnato nuovi capitoli tragici per la famiglia Doghmush. Il 15 novembre 2023, un attacco aereo israeliano contro una moschea nel quartiere Sabra uccise 44 membri del clan. Tra il 17 novembre e il 17 dicembre, le forze israeliane condussero due massacri contro la famiglia, effettuando bombardamenti a tappeto sull’isolato in cui il clan era concentrato, sempre nel quartiere Sabra. L’attacco causò la morte di 109 membri della famiglia, incluso il leader. Al Jazeera Mubasher pubblicò un elenco dei membri morti ricevuto dal ministero della salute. Il 22 novembre 2023, tre membri del clan furono uccisi da cecchini dell'”unità fantasma” dell’IDF, tra cui il diciannovenne Salem Doghmush.
Nel marzo 2024, durante la guerra a Gaza, Saleh Doghmush, leader del clan, fu ucciso. Media israeliani riferirono che Hamas si era scontrato con la famiglia durante il conflitto e aveva giustiziato Doghmush. La famiglia emise una dichiarazione negando questa versione dei fatti, ma le circostanze della sua morte rimasero controverse.
L’accusa più esplosiva contro il clan Doghmush è emersa durante e dopo la guerra: Hamas ha accusato la famiglia di aver collaborato e negoziato con Israele durante il conflitto. Yoav Gallant, allora ministro della Difesa israeliano, aveva delineato un piano per utilizzare le tribù contro i fondamentalisti islamisti: queste avrebbero dovuto scortare i convogli umanitari ed evitare che venissero saccheggiati. Nel giugno 2025, il primo ministro Benjamin Netanyahu confermò che Israele aveva armato clan e milizie anti-Hamas a Gaza, sebbene il clan Doghmush non fosse specificamente nominato.
Dopo gli scontri dell’ottobre 2025, una fonte senior del Ministero dell’Interno di Gaza controllato da Hamas ha dichiarato ad Al Jazeera che i membri della milizia Doghmush coinvolti avevano legami con Israele. Tuttavia, alcuni altri rapporti da Gaza contestano questa connessione. Nizar Doghmush, capo della famiglia a Gaza, riconobbe che Israele lo aveva contattato per gestire una “zona umanitaria”, ma affermò di aver rifiutato.
Mentre il gruppo islamista e i Doghmush si accusavano reciprocamente di saccheggiare i camion umanitari inviati per la popolazione affamata, le merci venivano rivendute sul mercato nero a prezzi altissimi. Questo intreccio di accuse, controaccuse e interessi economici ha reso ancora più opaca la vera natura dei rapporti tra il clan e le varie parti in conflitto.
I recenti scontri tra Hamas e il clan Doghmush rappresentano uno dei conflitti interni più violenti dalla fine delle principali operazioni militari israeliane nell’enclave. Dopo l’annuncio del cessate il fuoco, il clan ha ucciso due membri di Hamas nella città di Gaza, tra cui il figlio di un capo dell’intelligence militare. Un giorno dopo, Hamas ha ucciso un membro del clan e ne ha arrestati altri 30.
Una fonte del clan ha accusato Hamas di aver iniziato il conflitto sfrattando dei membri della famiglia da un edificio che un tempo era stato il Jordanian Hospital, dove la famiglia si era rifugiata dopo che le loro case nel quartiere Sabra erano state distrutte nel recente attacco israeliano. Hamas, secondo questa versione, voleva stabilire una nuova base per le proprie forze nell’edificio.
I testimoni oculari hanno descritto scene di panico quando, nel quartiere Tel al-Hawa nel sud della città di Gaza, una forza di Hamas di oltre 300 combattenti si è mossa per attaccare un blocco residenziale dove i miliziani Doghmush si erano trincerati. Decine di famiglie son fuggite dalle loro case sotto un intenso fuoco incrociato, molte di loro già sfollate più volte durante la guerra. “Questa volta la gente non stava fuggendo dagli attacchi israeliani”, ha dichiarato un residente. “Stavano scappando dalla loro stessa gente.”

Il bilancio delle vittime è stato pesante. Fonti mediche hanno riferito che 19 membri del clan Doghmush e 8 combattenti di Hamas sono stati uccisi dall’inizio degli scontri sabato. Il ministero dell’Interno gestito da Hamas ha dichiarato che 8 dei suoi membri sono stati uccisi in “un assalto armato da parte di una milizia”. Un funzionario senior del ministero ha affermato che le unità di sicurezza hanno circondato i miliziani del clan e si sono impegnate in pesanti combattimenti per arrestarli.
Durante gli scontri, il clan Doghmush è stato anche ritenuto responsabile dell‘uccisione del giornalista Saleh al-Jafarawi, aggiungendo un’altra tragedia al già pesante tributo di reporter uccisi a Gaza. Le squadre di Hamas avrebbero bruciato le proprietà del clan e confiscato i beni accumulati negli anni, secondo le denunce dei parenti.
Con la tregua, Hamas ha scelto proprio i Doghmush per dare un esempio e dimostrare chi comanda. L’unità Arrow del movimento, addestrata come forze speciali, ha assaltato la roccaforte del clan in un’operazione che ha lasciato almeno una quarantina di morti. Il ministero dell’Interno ha dichiarato che le sue forze stavano cercando di ripristinare l’ordine, avvertendo che “qualsiasi attività armata al di fuori del quadro della resistenza” sarebbe stata affrontata con fermezza.
Hamas ha richiamato circa 7.000 membri delle sue forze di sicurezza per riaffermare il controllo sulle aree di Gaza recentemente evacuate dalle truppe israeliane. Alcuni rapporti suggeriscono che varie unità armate di Hamas si siano già schierate in diversi distretti, alcune in abiti civili e altre nelle uniformi blu della polizia di Gaza, anche se l’ufficio mediatico di Hamas ha negato di stare dispiegando “combattenti nelle strade”.
Il clan Doghmush, nonostante le varie alleanze dichiarate dai suoi leader, rimane uno dei clan più estesi e antichi di Gaza. I suoi membri fanno parte di Fatah, perfino di Hamas, e rappresentano le varie componenti della società palestinese. La storia del clan Doghmush è dunque anche la storia delle contraddizioni, delle alleanze opportunistiche e della lotta per il potere che hanno caratterizzato Gaza negli ultimi decenni, un microcosmo della complessa realtà palestinese dove i confini tra resistenza, criminalità organizzata e sopravvivenza si confondono continuamente.