Un ordigno esplosivo ha distrutto nella notte l’automobile di Sigfrido Ranucci, apprezzato giornalista d’inchiesta e conduttore della trasmissione televisiva Report. L’attentato è avvenuto intorno alle 22 di giovedì 16 ottobre a Campo Ascolano, una località tra Roma e Pomezia, a sud della Capitale, proprio sotto l’abitazione del giornalista.
L’esplosione ha avuto una potenza devastante, tale da danneggiare anche la seconda auto di famiglia, utilizzata abitualmente dalla figlia di Ranucci, e causare danni strutturali alle parti esterne della palazzina dove risiede il conduttore. Fortunatamente non si registrano vittime né feriti, ma la dinamica dell’attentato avrebbe potuto avere conseguenze tragiche.
Secondo quanto dichiarato dalla redazione di Report attraverso i canali social ufficiali della trasmissione, la potenza dell’esplosione è stata tale da poter uccidere chiunque si fosse trovato nelle immediate vicinanze al momento dello scoppio. Un dettaglio agghiacciante che sottolinea la gravità dell’atto intimidatorio.
Sigfrido Ranucci ha parlato con il Corriere della Sera poco dopo le due di notte, mentre sul posto erano ancora presenti i carabinieri e la polizia scientifica per i rilievi. Le sue parole rivelano tutta la drammaticità di quanto accaduto:
“Mia figlia è passata davanti alla mia auto pochi minuti prima dell’esplosione, avrebbero potuto ammazzare una persona, avrebbero potuto ammazzare mia figlia“.
La ricostruzione temporale dell’accaduto rende ancora più inquietante la vicenda. La figlia del giornalista aveva parcheggiato la propria vettura accanto a quella del padre intorno alle 21.40, appena venti minuti prima dell’esplosione. L’auto di Ranucci era stata parcheggiata nel pomeriggio dal figlio, alle 13.20, e l’ordigno deve essere stato piazzato in un momento imprecisato tra questi due orari.
Secondo le prime valutazioni degli investigatori e le dichiarazioni dello stesso Ranucci, per l’attentato sarebbe stato utilizzato almeno un chilo di esplosivo, una quantità significativa che conferma la volontà di creare danni ingenti e mandare un messaggio intimidatorio chiaro e violento.
Sul luogo dell’esplosione sono immediatamente intervenuti i carabinieri, la Digos, i vigili del fuoco per domare le fiamme che hanno divorato le automobili e per mettere in sicurezza l’intera area, oltre alla polizia scientifica per i rilievi tecnici. La Procura competente si è attivata per le verifiche necessarie ed è stato informato il Prefetto, vista la gravità dell’attacco contro un giornalista sotto scorta.
Visualizza questo post su Instagram
Ranucci ha rivelato che negli ultimi mesi ha vissuto in un clima di crescente tensione e intimidazione. “C’è un clima di isolamento e di delegittimazione nei miei confronti“, ha dichiarato sempre al Corriere, aggiungendo che ha ricevuto varie minacce, tutte oggetto di regolare denuncia alle autorità competenti. Tra queste, l’invio di un proiettile di P38, pedinamenti da parte di personaggi poi identificati dalla sua scorta, e persino dossieraggi provenienti dall’estero.
Il conduttore non ha voluto sbilanciarsi su possibili mandanti o autori dell’attentato, ma ha lanciato un’ipotesi che gli inquirenti dovranno necessariamente verificare. “Potrebbe non essere una coincidenza il fatto che pochi giorni fa ho annunciato i temi delle nuove inchieste di Report“, ha dichiarato, riferendosi alla presentazione dei contenuti della nuova stagione del programma, che tornerà in onda ogni domenica a partire dal 26 ottobre.
Le inchieste annunciate da Ranucci toccano temi sensibili e potrebbero aver disturbato interessi economici, politici o criminali di varia natura. Il giornalista ha costruito la sua carriera professionale su reportage scomodi che hanno spesso portato alla luce vicende di corruzione, malaffare e abusi di potere, guadagnandosi negli anni sia prestigio professionale che numerosi nemici.
L’attentato ha suscitato immediata reazione nel mondo dell’informazione e delle istituzioni.
Le indagini sono ora concentrate sull’identificazione degli autori materiali e dei possibili mandanti dell’attentato. Gli investigatori stanno analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona, ascoltando testimoni e vagliando tutte le piste investigative, compresa quella che collega l’attacco alle inchieste giornalistiche in corso o programmate da Ranucci e dalla sua redazione.