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Home » Cultura » Sai come si chiama la fobia del numero 17 che ha cancellato posti in aereo e stanze d’albergo?

Sai come si chiama la fobia del numero 17 che ha cancellato posti in aereo e stanze d’albergo?

Il nome è difficile eptacaidecafobia, ma il senso è chiarissimo: quel terrore che ti assale quando pensi al numero 17. Proviamo a spiegarlo.
Gabriella DabbeneDi Gabriella Dabbene17 Ottobre 2025
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Quella legata al 17 è una superstizione dalle origini molto antiche
Quella legata al 17 è una superstizione dalle origini molto antiche (fonte: Stilearte)
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Oggi è venerdì 17, una data che in Italia fa tremare i più superstiziosi. Ma perché proprio questa combinazione tra giorno della settimana e numero è considerata così sfortunata? A differenza di quanto accade negli Stati Uniti, in Finlandia e nel Regno Unito, dove a portare male è il venerdì 13, nel nostro Paese la paura del numero 17 ha radici antichissime che affondano nella cultura romana, greca e cristiana.

La fobia legata al 17 è così radicata in Italia da avere persino un nome scientifico: eptacaidecafobia, dal greco “ἑπτακαίδεκα” (diciassette) e “φόβος” (paura). Questa paura non è solo una curiosità folkloristica, ma ha conseguenze concrete nella vita quotidiana: molte compagnie aeree eliminano la fila 17 dai loro velivoli, alcuni hotel evitano di numerare le camere con questo numero, e persino in alcuni ospedali mancano i letti contrassegnati dal 17.

L’origine più affascinante di questa superstizione risale all’antica Roma. Il numero 17, scritto in cifre romane come XVII, può essere trasformato tramite anagramma nella parola VIXI, che in latino significa “vissi” o “ho vissuto”. Si tratta del passato remoto del verbo vivere, una formula che equivale a dire “sono morto”. Questa espressione veniva spesso incisa sulle lapidi romane, conferendo al numero XVII un’aura funebre che si è tramandata nei secoli.

Ma l’antipatia verso il 17 non nasce solo a Roma. Già nell’antica Grecia, Pitagora e i suoi seguaci consideravano questo numero imperfetto e disgraziato. Il motivo? Si trova esattamente tra il 16 e il 18, due numeri che rappresentano la perfezione matematica attraverso i quadrilateri 4×4 e 3×6. Per i pitagorici, il 17 rompeva questa armonia numerica, diventando simbolo di squilibrio e imperfezione.

Anche la tradizione cristiana ha contribuito a rafforzare la cattiva reputazione del 17. Nell’Antico Testamento si narra che il diluvio universale iniziò proprio il giorno 17 del secondo mese, come riportato nella Genesi (7:11). Una catastrofe biblica che ha ulteriormente consolidato l’associazione tra questo numero e la sventura.

Nella Roma antica, inoltre, il 17 dicembre e il 17 febbraio si celebravano rispettivamente i Saturnalia e i Quirinalia, feste pagane in onore degli dei Saturno e Quirino. Con l’avvento del Cristianesimo, queste celebrazioni vennero demonizzate, gettando un’ombra di negatività su tutte le date legate al numero 17.

Un ulteriore riferimento storico riguarda la battaglia della foresta di Teutoburgo del 9 d.C., uno dei disastri militari più catastrofici della storia romana. In quello scontro contro i Germani guidati da Arminio, le legioni XVII, XVIII e XIX furono completamente annientate. Dopo quella disfatta, questi numeri non furono mai più assegnati a nessuna legione romana, rimanendo marchiati come portatori di morte e distruzione.

Dei tradizionali cornetti portafortuna
Dei tradizionali cornetti portafortuna (fonte: Un’Amica in Viaggio)

E il venerdì? Anche questo giorno della settimana porta con sé un peso simbolico negativo, legato alla tradizione cristiana. Il venerdì è infatti il giorno in cui Gesù Cristo fu crocifisso e morì, il Venerdì Santo, rendendo questa giornata un simbolo di lutto e sofferenza. L’unione tra venerdì e 17 crea quindi una doppia dose di sfortuna nella mentalità superstiziosa.

Nella tradizione popolare napoletana, la Smorfia associa il numero 17 alla disgrazia, rafforzando ulteriormente la credenza negativa. Questa convinzione è talmente diffusa che molti italiani evitano di compiere azioni importanti in questo giorno: non si firmano contratti, non si iniziano nuovi lavori, non ci si sposa e non si parte per viaggi importanti.

Curiosamente, non tutte le culture considerano il 17 un numero negativo. Secondo la Cabala ebraica, il 17 è invece un numero propizio e benefico. Nasce dalla somma del valore numerico delle lettere ebraiche têt (9), waw (6) e bêth (2), che insieme formano la parola “tôv”, che significa “buono” o “bene”. Una prospettiva completamente opposta a quella italiana.

La superstizione del venerdì 17 è dunque un fenomeno tipicamente italiano, frutto di stratificazioni culturali che mescolano mitologia romana, filosofia greca, tradizione biblica e folklore popolare. Mentre in altre parti del mondo si teme il venerdì 13 o il martedì 13 (in Spagna, Grecia e Sudamerica), gli italiani mantengono questa peculiare fobia che continua a influenzare scelte quotidiane e commerciali.

Dal punto di vista scientifico, naturalmente, non esistono prove che il venerdì 17 porti effettivamente più sfortuna di qualsiasi altro giorno. Tuttavia, il potere delle credenze culturali è innegabile: la paura stessa può influenzare i comportamenti e, indirettamente, gli eventi. Chi è convinto che questo sia un giorno sfortunato potrebbe agire con maggiore ansia o cautela, creando una sorta di profezia che si autoavvera.

Che si creda o meno all’eptacaidecafobia, il venerdì 17 rimane un affascinante esempio di come storia, linguaggio e cultura si intreccino per creare significati che attraversano i millenni, trasformando semplici numeri e giorni in simboli carichi di significato emotivo e sociale.

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