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Home » Attualità » Mattarella con le lacrime agli occhi: l’abbraccio ai familiari dei carabinieri morti a Castel d’Azzano commuove l’Italia intera

Mattarella con le lacrime agli occhi: l’abbraccio ai familiari dei carabinieri morti a Castel d’Azzano commuove l’Italia intera

Funerali di Stato a Padova per i tre carabinieri caduti a Castel D'Azzano. Mattarella commosso, migliaia in piazza. Presenti Meloni e le massime autorità.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino17 Ottobre 2025
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sergio mattarella commosso ai funerali dei carabinieri
Sergio Mattarella commosso ai funerali dei Carabinieri morti a Castel d'Azzano (fonte: TgCom)
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La basilica di Santa Giustina a Padova ha accolto oggi i funerali di Stato di Valerio Daprà, Davide Bernardello e Marco Piffari, i tre carabinieri tragicamente scomparsi nell’esplosione avvenuta durante una perquisizione a Castel D’Azzano, in provincia di Verona. Una cerimonia solenne che ha visto la partecipazione delle più alte cariche dello Stato e di migliaia di cittadini, riuniti per rendere omaggio a tre servitori dello Stato caduti nell’adempimento del dovere.

Marco Piffari, Valerio Daprà e Davide Bernardello
Marco Piffari, Valerio Daprà e Davide Bernardello (fonte: Leggo)

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è visibilmente commosso incontrando i familiari delle vittime poco prima dell’inizio del rito funebre. Un momento di profonda umanità che ha preceduto una cerimonia carica di dolore e commozione, alla quale hanno preso parte il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i presidenti di Senato e Camera Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, oltre a diversi ministri tra cui Tajani, Crosetto, Salvini e Piantedosi.

Centinaia di uomini delle forze dell’ordine in alta uniforme hanno formato un picchetto d’onore all’esterno della basilica, mentre all’interno trovavano posto il governatore del Veneto Luca Zaia, una delegazione del Partito Democratico guidata dalla segretaria Elly Schlein, il Capo di Stato Maggiore della Difesa Luciano Portolano e il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Salvatore Luongo.

Un applauso scrosciante ha accolto l’ingresso delle tre bare nella basilica, ognuna avvolta in una bandiera tricolore. Un tributo spontaneo e sentito che ha rotto per un istante il silenzio solenne della cerimonia, esprimendo la gratitudine di un’intera nazione verso chi ha sacrificato la propria vita per garantire la sicurezza dei cittadini.

Tra i presenti, un momento di particolare intensità emotiva è stato rappresentato dalla partecipazione dei 27 colleghi rimasti feriti nell’agguato orchestrato dai fratelli Ramponi. Nonostante le ferite fisiche ancora evidenti, questi uomini e donne hanno voluto essere presenti per dare l’ultimo saluto ai compagni caduti, dimostrando lo spirito di corpo e il senso di appartenenza che caratterizza l’Arma dei Carabinieri.

Monsignor Gian Franco Saba, ordinario militare per l’Italia, ha celebrato la messa funebre con parole cariche di commozione. “Duro, doloroso e umanamente incomprensibile è il drammatico evento che ha provocato la morte di Marco, Valerio e Davide, e il ferimento di tanti operatori in servizio per il bene comune“, ha affermato nell’omelia, rivolgendosi direttamente ai familiari delle vittime con un messaggio di vicinanza e conforto spirituale.

Fuori dalla basilica, migliaia di persone si sono radunate in piazza per seguire la cerimonia attraverso i maxischermi installati per l’occasione. Una folla silenziosa e composta, formata da semplici cittadini che hanno voluto esprimere la propria solidarietà alle famiglie e alle forze dell’ordine. Molti hanno portato fiori e messaggi di cordoglio, creando un tappeto di tributi floreali all’esterno della chiesa.

L’esplosione, provocata deliberatamente dai fratelli Ramponi per impedire la perquisizione del loro casolare, ha causato non solo la morte dei tre carabinieri, ma anche il ferimento di altre ventisette persone, alcune delle quali in condizioni gravi.

La Procura di Verona ha contestato ai fratelli Ramponi il reato di strage, riconoscendo la gravità estrema di un gesto che aveva l’evidente intenzione di causare il maggior numero possibile di vittime. Le indagini hanno rivelato dettagli agghiaccianti sulla premeditazione dell’attacco, con l’uso di bottiglie molotov e l’innesco deliberato dell’esplosione al momento dell’ingresso delle forze dell’ordine nell’abitazione.

Al termine della cerimonia, le bare sono state portate a spalla dai colleghi dei tre carabinieri caduti, in un ultimo gesto di rispetto e fratellanza. Il corteo funebre ha attraversato le strade di Padova accolto dal silenzio rispettoso di migliaia di persone che si sono affacciate alle finestre o si sono fermate lungo il percorso per un ultimo saluto. Un’immagine che resterà impressa nella memoria collettiva come simbolo del sacrificio e del valore di chi indossa l’uniforme al servizio dello Stato.

 

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