Le stimmate di Padre Pio da Pietrelcina furono descritte dal dottor Luigi Romanelli, il primo medico che visitò il frate nel lontano 15 maggio 1919. Romanelli, primario dell’Ospedale civile di Barletta, dichiarò che l’origine delle cinque lesioni sul corpo di Francesco Forgione non era naturale e che si trattava di un fenomeno non spiegabile. Il dottore spiegò anche che si trattava di veri e propri fori che attraversavano mani e piedi.
Romanelli spiega nel suo referto, riguardo le mani: “Applicando il pollice nella palma della mano e l’indice nel dorso, coprendo in tal guisa le due zone descritte, facendo pressione che riesce oltre modo dolorosa, si ha la percezione esatta del vuoto esistente tra due dita soltanto divise da membrane e da tessuto sottile e molle che alla pressione dà l’idea di sabbia mentre non si percepisce nessuna resistenza né da parte delle ossa né dei tessuti molli esistenti in dette regioni”. Il medico poi passa ai piedi: “Comprimendo contemporaneamente sia nella regione dorsale che palmare appare manifesto che esiste un vuoto e il piede è perforato e ricoperto sui fori dalla membrana descritto. Il torace dal basso verso l’alto è nota la fuoriuscita di sangue arterioso”.
La conclusione del primo medico che visitò Padre Pio si basa su cosa ha portato il Santo a procurarsi queste ferite: “Da settembre fino a oggi le lesioni conservano lo stesso aspetto, si mantengono nel medesimo stato. Quello che più meraviglioso è che non producono alcun disturbo e alcuna difficoltà sulle funzioni degli arti come sono le ferite comuni. È da escludere che la eziologia delle ferite di Padre Pio sia di origine naturale ma l’agente produttore debba ricercarsi senza tema di errore nel soprannaturale e che il fatto costituisce per sé stesso un fenomeno non spiegabile con la sola scienza umana”.
La figura del santo di Pietrelcina ha affascinato i devoti e continua a far discutere a distanza di decenni. Anche il corpo di Padre Pio, rimasto intatto, fa discutere, ma in questo caso c’è una spiegazione scientifica.