I murales dello di Jorit Agoch, a Napoli, sono caratterizzati da grandi segni sui volti, che attraversano le guance dei soggetti ritratti. Il significato di queste cicatrici di ispirazione tribale africana è legato al senso di appartenenza ad una comunità, quello della tribù contro la singolarità dell’individuo. Nelle tribù africane, questi segni sono realizzati con la tecnica della scarificazione.
Lo stesso Jorit – il cui vero nome è Ciro Cerullo – ha sorpreso tutti, decidendo infatti di tatuarsi sul volto le cicatrici che solitamente riproduce sui murales. Proprio l’artista ha postato su Facebook una foto mentre era sul lettino del tatuatore che gli disegna le classiche cicatrici a strisce che compaiono sui volti dei volti disegnati in giro per il mondo, da quello di Diego Armando Maradona a quello di San Gennaro e di altre personalità: Pier Paolo Pasolini, Lucio Dalla, Fabrizio De Andrè, Martin Luther King, Che Guevara, Antonio Gramsci e Nino D’Angelo, tra gli altri.
Diego Armando Maradona infatti, è tra coloro che hanno ricevuto un tributo sull’enorme facciata di un palazzo, e anche lui segnato dalle enormi cicatrici sulle guance che partono dagli occhi e arrivano al centro della mandibola.
Non sono mancate le polemiche su Jorit e la decisione di incidere sul suo volto le cicatrici tribali dei suoi graffiti. Non pochi però hanno anche apprezzato il gesto e capito le intenzioni dell’artista di diventare per primo lui stesso un’opera d’arte frutto del suo genio. Sicuramente rivoluzionario Jorit Agoch ha diviso e dunque creato attenzione sulle sue opere come probabilmente voleva fin dall’inizio.