Chocolat di Lasse Hallström finisce con la voce narrante che racconta cosa è successo a tutti i protagonisti della storia. Il severo conte Reynaud finalmente esce con l’amata Caroline. Josephine apre il suo locale, il Café Armande, dedicato alla memoria dell’energica signora. Vianne (Juliette Binoche) smette di vagare in giro per l’Europa e assieme alla figlia Anouk – è sua la voce che illustra il film – decide di restare a Lansquenet. Dove la raggiunge il gitano Roux (Johnny Depp).
Chocolat, tratto dall’omonimo romanzo di Joanne Harris, racconta la storia di una bellissima cioccolataia, Vianne (Juliette Binoche) che assieme alla figlia Anouk (Victoire Thivisol) arriva nella placida cittadina francese di Lansquenet-sur-Tannes, per sconvolgerla con la sua passionalità. Il paese, infatti, è il più tipico esempio di tranquillità. E l’apertura di un negozio in cui si celebra il piacere del cioccolato, in piena Quaresima, viene malvisto dall’intera comunità.
A partire dal sindaco, il temibile conte Paul de Reynaud (Oscar Molina). Ma giorno dopo giorno quel luogo di delizie diventa il cuore della città. Vianne conquista tutti, dalla burbera Armande (Judi Dench). madre della repressa Caroline (Carrie-Ann Moss), a Josephine (Lena Olin), moglie di un uomo violento, il barista Serge (Peter Stormare).
Ma tutto questo non fa che indispettire Reynaud, il quale ingaggia un duello a distanza con Vianne, dagli esiti purtroppo prevedibili. Quando a Lansquenet arriva un gruppo di calorosi gitani, guidati da Roux (Johnny Depp), la situazione degenera ancora di più. Tra l’uomo e Vianne c’è una chimica palpabile che non resta sottotraccia. Tanto che la donna, in aperto contrasto con la nuova regola comunale che vieta di servire gli stranieri, è l’unica ad accogliere Roux e la sua gente all’interno della cioccolateria.
Vianne decide allora di celebrare una festa per i 70 anni di Armande e di far partecipare anche gli zingari. L’occasione serve per riconciliare nonna Armande e il nipote Luc. E rappresenta l’ultimo momento di gioia per la signora, che muore serena nella notte, a causa dei bagordi. Vianne è però in crisi. Anche perché qualcuno (ovvero Serge) incendia le chiatte degli zingari.
Sceglie così di lasciare Lansquenet, continuando a seguire un copione che la vede girovagare in continuazione, senza mai mettere radici. E in aperto contrasto con la piccola Anouk, desiderosa al contrario della madre di restare in un luogo da poter chiamare casa. Durante il litigio tra le due, si rompe l’urna con le ceneri della madre di Vianne. Un’india da cui ha imparato l’arte di fare il cioccolato. Per Vianne si tratta di un segno, un invito a restare.
L’intera comunità, con in testa Caroline, si stringe attorno alla donna e con lei prepara i dolci per la prossima Pasqua. Ormai in minoranza, nella notte che anticipa la solenne festa religiosa, Reynaud entra di nascosto nella cioccolateria di Vianne per distruggerla. Ma la dolcezza del cioccolato, unita al digiuno quaresimale, lo tentano inesorabilmente. L’uomo allora consuma tutti i dolci lì presenti. Finalmente, ha seguito il cuore e per questo Vianne lo perdona.