Chi pronuncia il nome di Carlo Mazzone non può non ricordare la sua celebre corsa sotto la curva dell’Atalanta, nel 2001, immortalata in un video virale. Personaggio istrionico, allenatore verace, uomo di sani valori, Mazzone ha allenato squadre di calcio lungo tutta la penisola italiana ed è stato in grado di far affezionare a sé decine di calciatori e migliaia di tifosi. L’allenatore viene ricordato soprattutto per la sua corsa a perdifiato al termine di Brescia-Atalanta, finita sul risultato di 3 a 3 con tripletta firmata da Roberto Baggio per il Brescia e lui spiegò che la sua reazione, quel giorno era dovuta a degli insulti su sua madre che gli erano arrivati dai tifosi dell’Atalanta. Ecco tutta la storia di quello che successe.
Più di venti anni fa, il pomeriggio del 30 settembre 2001, si giocava Brescia-Atalanta, derby tutto lombardo guidato dai nomi di Carlo Mazzone, Igli Tare, Cristiano Doni e Delio Rossi. Il pomeriggio infuocato dentro e fuori dal campo ebbe termine con un dinamitardo 3 a 3, reso iconico dalla celebre corsa di Carlo Mazzone, il cui volto è stato trasformato in un meme prima ancora dell’esistenza dei meme. Sull’ 1 a 3 per l’Atalanta, il tecnico dei bresciani è stato insultato pesantemente dai tifosi bergamaschi, forti del predominio sul campo fino a quel momento.
Alcuni insulti (tra cui “Carletto Mazzone romano de merda” e “Carletto Mazzone figlio de puttana”) trafissero il cuore del celebre allenatore che, sul gol del 2 a 3 di Roberto Baggio non riuscì più a trattenere la rabbia e si rivolse alla curva dell’Atalanta dichiarando: “E mò se famo il 3 a 3 vengo sotto lì da voi…”. Come nelle migliori fiabe, in effetti, il 3 a 3 è arrivato puntualmente al secondo minuto supplementare ed è stato firmato ancora una volta da Roberto Baggio.
Rimonta completata. E, immancabile, l’ira di Carlo Mazzone si è scatenata contro i tifosi bergamaschi sotto forma di una lunga corsa a perdifiato verso la loro curva e con il pugno alzato. L’allenatore stesso ha raccontato: “Me l’aspettavo, me stavo già preparando. Al gol del 3-3 in me fu una specie di blackout, cominciai a correre verso quella curva con il pugno chiuso, più correvo e più urlavo: ‘Mo arivo, mo arivo…’. Il mio vice Menichini provò a fermarmi ma ormai nun ce stavo più con la capoccia, avevano toccano i miei sentimenti più cari. Mi trovai davanti alla rete, fu allora che capii e mi fermai. Poi andai da Collina e gli dissi: ‘Buttame fori, me lo merito’. Sui giornali mi trattarono come un vecchio rimbambito, e io col sorriso dissi che era tutta colpa del mio fratello gemello. E pure de Baggio che aveva fatto tre gol”.
Ad oggi, Carlo Mazzone viene ricordato come uno degli allenatori italiani più iconici che la serie A abbia vantato, maestro indiscusso di calciatori (e tecnici) quali Roberto Baggio, Luca Toni, Andrea Pirlo e Pep Guardiola, che a lui ha dedicato la vittoria della Champions League nel 2009 con il Barcellona.