Misery non deve morire finisce con Paul che, diciotto mesi dopo la prigionia di Annie, ora cammina con un bastone, incontra la sua agente, Marcia, in un ristorante di New York. I due discutono del suo primo romanzo post-Misery e Marcia gli parla dei primi riscontri positivi. Paul risponde che ha scritto il romanzo per se stesso, come modo per affrontare gli orrori della sua prigionia. Marcia gli chiede se prenderebbe in considerazione l’idea di scrivere un libro di saggistica sulla sua prigionia, ma Paul, che ha subito un trauma psicologico da quell’esperienza, rifiuta. Paul vede poi avvicinarsi una cameriera, che ha le sembianze di Annie, e commenta che ogni tanto pensa ancora a lei. La cameriera dice a Paul che è la sua fan numero uno, e Paul risponde timidamente: “È molto dolce da parte tua”.
Precedentemente, quando il manoscritto è finito, Paul chiede una sigaretta e dello champagne e Annie acconsente. Tuttavia, con orrore, Paul usa l’accendino per dare fuoco al manoscritto, dicendole: “L’ho imparato da te”. Paul colpisce Annie con la macchina da scrivere dopo che lei ha tentato inutilmente di salvare il manoscritto e i due ingaggiano una violenta lotta, con Paul che viene ferito alla spalla dal revolver di lei. Paul la fa inciampare, facendole battere la testa sulla macchina da scrivere, poi striscia fuori dalla stanza, ma Annie si riprende e attacca di nuovo. Paul afferra un fermaporta di metallo e colpisce Annie in faccia, uccidendola definitivamente.
Misery è un film thriller psicologico americano del 1990 diretto da Rob Reiner, basato sull’omonimo romanzo di Stephen King del 1987, con James Caan, Kathy Bates, Lauren Bacall, Richard Farnsworth e Frances Sternhagen. La trama è incentrata su una fan ossessiva che tiene prigioniero uno scrittore e lo costringe a riscrivere il finale della sua serie di libri.
Il film è stato distribuito negli Stati Uniti il 30 novembre 1990 dalla Columbia Pictures. Ricevette recensioni molto positive e fu un successo al botteghino. L’interpretazione di Kathy Bates fu molto apprezzata dalla critica e le valse il premio Oscar come miglior attrice alla 63ª edizione degli Academy Awards, rendendo Misery l’unico film tratto da un romanzo di Stephen King a vincere un Oscar. King stesso ha dichiarato che Misery è uno dei suoi dieci adattamenti cinematografici preferiti.