Lo scarabeo giapponese, scientificamente denominato Popillia japonica, sta causando una vera e propria invasione nel Nord Italia, con epicentro in Lombardia. Milano e Bergamo si trovano attualmente sotto assedio di questo coleottero dal corpo verde metallizzato con riflessi bronzo sul dorso, che sta suscitando crescente preoccupazione. Ma di che insetto stiamo parlando? La Popillia japonica è un coleottero scarabeide originario del Giappone che appartiene alla famiglia degli Scarabeidi. L’insetto presenta dimensioni compatte, con un corpo lungo circa 10-12 millimetri, caratterizzato dalla tipica colorazione verde metallizzata con riflessi bronzo. Gli adulti sono attivi tra giugno e settembre con un picco di attività a metà luglio, mentre compie una sola generazione all’anno e sverna come larva di terza età nel terreno.
La prima segnalazione europea di questo insetto risale al 2014, quando alcuni esemplari furono avvistati nella Valle del Ticino. Da allora, in dieci anni gli scarabei giapponesi si sono diffusi in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Valle d’Aosta. Attualmente, le segnalazioni si moltiplicano in tutto il capoluogo milanese, da San Siro all’Ippodromo La Maura, da Parco Sempione a Garibaldi, estendendosi anche alle zone periferiche e ai centri urbani limitrofi.
La pericolosità dello scarabeo giapponese risiede nella sua natura altamente polifaga e nel suo status di specie aliena invasiva. Il problema è che, sebbene abbia numerosi predatori nella sua terra natale, si diffonde in modo incontrollabile nelle zone appena conquistate e causa danni significativi sia alle piante ornamentali che a quelle utili, non trovandovi i suoi nemici naturali.

Questa specie aliena altamente vorace si alimenta su svariate piante di interesse agrario tra cui vite, piccoli frutti, nocciolo, pesco, susino, melo, pero, mais e soia, ma anche su piante di interesse ornamentale e forestale tra cui olmo, tiglio, betulla, carpino e ontano. Gli adulti si nutrono delle foglie, dei fiori e dei frutti di un’ampia gamma di specie ospite e sono attivi prevalentemente nelle calde giornate di sole.
Il pericolo è duplice. Le larve infestano prati, campi da calcio e da golf e si nutrono delle radici, facendo ingiallire e disseccare l’erba. Gli esemplari adulti, invece, colonizzano le piante e mangiano le foglie fino a farne rimanere solo le nervature.
L’impatto economico è considerevole, tanto che molti fiorai e vivaisti sono stati costretti a mettere in quarantena fiori e piante, proteggendoli con reti specifiche. L’Unione Europea ha classificato questo organismo come nocivo da quarantena prioritario, riconoscendo la gravità della minaccia che rappresenta per l’agricoltura e l’ecosistema continentale.
Le regioni colpite stanno implementando diverse strategie di controllo. In Piemonte sono state collocate circa 1.200 trappole con formazione a “ombrello” dotate di esche specifiche, progettate per attirare e eliminare gli esemplari adulti. Queste trappole sfruttano ferormoni attrattivi che simulano i segnali chimici naturali dell’insetto.
A Milano, nonostante l’amministrazione comunale dichiari che “non c’è nessun allarme”, il Servizio fitosanitario regionale registra numeri elevati di catture, facendo presagire una popolazione di scarabei giapponesi più consistente per la stagione corrente.