Il 20 maggio si celebra la Giornata Mondiale delle Api, insetti laboriosi e dal comportamento affascinante che ricoprono un ruolo fondamentale per il nostro ecosistema. Ma come riescono a produrre quello che da secoli è un alimento prezioso e unico come il miele?
La produzione di miele inizia con la raccolta del nettare, una soluzione zuccherina secreta dai fiori. Le responsabili di questa attività sono le api bottinatrici (Apis mellifera), che visitano centinaia di fiori al giorno per raccogliere il nettare tramite la ligula, un’estensione della lingua. Il nettare viene immagazzinato in un organo specifico chiamato gozzo mellifico, separato dallo stomaco digerente.
Durante il trasporto al ritorno nell’alveare, nel gozzo mellifico iniziano già i primi cambiamenti chimici: enzimi come l’invertasi iniziano a scomporre i disaccaridi (principalmente saccarosio) in monosaccaridi più semplici come glucosio e fruttosio.

Una volta tornate all’alveare, le bottinatrici rigurgitano il nettare semielaborato e lo passano ad altre api operaie tramite trofallassi, un processo di scambio bocca a bocca. Qui avviene la parte più delicata della trasformazione: l’aggiunta di ulteriori enzimi (tra cui la glucosio ossidasi) che contribuiscono a generare composti antibatterici come il perossido di idrogeno, responsabile delle proprietà antimicrobiche del miele.
Contemporaneamente, le api operaie iniziano a ventilare il nettare depositato nelle celle dei favi agitando le ali per favorire l’evaporazione dell’acqua. Quando l’umidità scende sotto il 20%, la sostanza assume la consistenza tipica del miele. A quel punto, le api sigillano le celle con cera, rendendo il miele conservabile per mesi o anni.
Il miele non è solo un sottoprodotto casuale: è la principale fonte energetica per l’intera colonia, specialmente durante l’inverno, quando le fonti floreali sono assenti. In media, per produrre 500 grammi di miele sono necessarie oltre 20.000 visite ai fiori e circa 80.000 chilometri di volo.
Perché le api sono le regine dell’ambiente? Perché non sono solo produttrici di miele ma anche impollinatrici chiave per circa l’80% delle piante da fiore e molte colture alimentari. La loro attività ha un impatto diretto sulla biodiversità e sulla sicurezza alimentare globale. Tuttavia, fattori come pesticidi, monocolture e cambiamenti climatici stanno mettendo a rischio la loro sopravvivenza, con conseguenze allarmanti per gli equilibri naturali ed economici.