Di mosche carnivore si sta parlando tantissimo nelle ultime ore a causa della morte di una ragazza in Costa Rica, infettata da un parassita trasmesso dalla Cochliomyia hominivorax. Si tratta del primo caso di morte umana dovuta al contatto con le cosiddette mosche assassine o vermi del Nuovo Mondo. Fatale, per la ragazza, sono state le già precarie condizioni di salute.
Di cosa si tratta? Le mosche carnivore, o mosche assassine, sono insetti appartenenti al genere Cochliomyia. In particolare le larve di questa mosca, dette vermi-viti per via la presenza di spine che le fanno somigliare a delle piccole viti, sono carnivore. Esse cioè infestano tessuti umani e animali (bestiame soprattutto), cibandosene.
Si tratta di insetti parassiti diffusi nelle zone tropicali. Qui, grazie al clima umido, si diffondono rapidamente. L’infezione avviene su qualsiasi animale a sangue caldo, attraverso le femmine. Attratte da possibili ferite aperte, le mosche depongono le loro uova che, schiudendosi, danno vita a delle piccole larve voraci. Come si intuisce dal nome, vermi-viti, esse scavano nella ferita e provocano infezioni e necrosi, anche mortali. La ferita infetta è dolorosa e secerne pus. Per guarirla, le larve vanno rimosse chirurgicamente. E successivamente, tutta la zona deve essere disinfettata.
Trovata per la prima volta in Guyana nel 1858, la mosca carnivora ha un corpo lucido di colore blu e verde. Essa è dotata di grandi occhi arancioni, molto più grandi rispetto alle classiche mosche domestiche. Sebbene questo insetto sia stato debellato del tutto in Costa Rica, ogni tanto torna prepotentemente in scena. Nello scorso aprile, il governo del Paese centroamericano aveva dichiarato lo stato d’emergenza, dovuto a una recrudescenza della presenza di mosche carnivore, seguita a un lungo periodo di silenzio. Dal 2023 in Costa Rica ci sono stati 7 casi di infezione da mosca carnivora, tutti ben curati a eccezione della diciannovenne della provincia di Guanacaste, nel nord-est della nazione.