Il granchio crocifisso (Charybdis feriata) è un crostaceo che fa parte di una nuova specie aliena. Si parla di specie aliena in riferimento a creature che solitamente si trovano in ambienti molto distanti da quelli in cui viviamo. Ma che, spostandosi da un ecosistema all’altro, per esempio col trasporto navale, possono risultare potenzialmente pericolose per il loro nuovo habitat. Solo un mese fa, per citare una di queste specie aliene, nel mare Adriatico sono comparsi alcuni esemplari di granchio blu. Adesso è il turno del granchio crocifisso.
Il Charybdis feriata, questo è il nome scientifico del crostaceo, soggiorna in acque tropicali e subtropicali, tra Oceano Indiano e Pacifico. Ora è stato pescato al largo di Senigallia nel mar Adriatico. Al momento gli studiosi dell’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Ancona stanno conducendo le prime indagini per ricostruire gli spostamenti. E verificare possibili conseguenze per il nostro ecosistema. Considerato il fatto che il granchio crocifisso sia un predatore di grandi dimensioni (può pesare anche un chilo), bisogna valutare se la sua presenza nel mediterraneo abbia già messo a rischio altre specie.
Risale al 2004 la prima apparizione del granchio crocifisso in acque europee, in particolare al largo di Barcellona. Poi è stata la volta di Livorno e Genova, rispettivamente nel 2015 e 2002, sempre in corrispondenza dei porti. Dunque, i granchi crocifisso seguono la scia delle navi, ma si stabiliscono nelle nostre acque perché la temperatura marina è sempre più alta.
“Non riteniamo che ci sia il rischio di un’invasione di questa specie in Adriatico. L’attuale aumento delle temperature sta favorendo il successo di specie tropicali invasive. Ed è molto importante monitorare la presenza e la distribuzione di questi alieni in stretta collaborazione con i pescatori“, ha detto Ernesto Azzurro, ricercatore del Cnr-Irbim di Ancona. Le notizie su questa nuova specie arrivano sull’onda del dibattito del Granchio Blu, che è commestibile e già utilizzata nelle cucine degli chef, ma che sta creando problemi di natura ambientale.