Noto come Regalecus glesne, il pesce remo è uno dei pesci ossei più lunghi al mondo. Esso raggiunge anche gli 11 metri di lunghezza. La sua forma, con il corpo argentato, la cresta rossa e le pinne che ricordano appunto dei remi, lo fanno somigliare a una creatura aliena. Vive nelle profondità oceaniche, tra i 200 e i 1000 metri, dove la luce solare non penetra. In genere si trova in tutti gli oceani, le segnalazioni di avvistamenti sono più frequenti nelle zone tropicali e temperate.
Il pesce remo, che a dispetto delle sue dimensioni è moltofragile, viene anche chiamato pesce dell’Apocalisse perché il suo affioramento è considerato presagio di disastri naturali, ad esempio terremoti e tsunami. La sua cattiva fama è particolarmente sentita in Giappone. Nella terra del Sol Levante, infatti, è ribattezzato Ryugu no tsukai, ovvero “messaggero del palazzo del dio del mare”.
In realtà, questa familiarità tra pesce remo e disastri naturali potrebbe avere una ragione scientifica (sebbene manchino del tutto delle documentazioni approfondite). Alcuni esperti sostengono che questi pesci siano particolarmente sensibili ai movimenti tellurici. Per questo sarebbero soliti risalire in superficie prima di un evento sismico. Altri, invece, ritengono che siano proprio i movimenti sottomarini a spingere in alto questi pesci.
Il pesce remo non è pericoloso, non ha denti affilati e veleno, si nutre di plancton e piccoli crostacei. Tuttavia non è edibile perché le sue carni sono ricche di urea, una sostanza prodotta dalle reazioni metaboliche delle proteine.
In California nelle scorse ore ne è stato avvistato un esemplare senza vita al largo della costa di San Diego. Immediatamente portato allo Scripps Institution of Oceanography, sarà ulteriormente studiato. Secondo Ben Frable, ricercatore dell’istituto, si tratta del ventesimo avvistamento di un pesce remo in California dal 1901.