La malattia del cervo zombie o “malattia del deperimento cronico” è una patologia neurologica degenerativa, simile alla “mucca pazza” che colpisce alci, renne e, appunto, cervi, con esito invariabilmente letale.
Al momento non sono stati riportati casi di trasmissione della malattia da animale a uomo.
Questo particolare tipo di encefalopatia si trasmette per via aerea, attraverso i prioni, proteine difettose che attaccano altre proteine sane dell’organismo.
La malattia presenta un periodo di incubazione ampissimo (anche di alcuni anni) e si presenta con sintomi classici delle encefalopatie come letargia, sguardo vitreo, disorientamento e difficoltà motorie; in seguito, l’animale sarà soggetto a progressivo dimagrimento e difficoltà respiratorie sempre più gravi, fino alla morte.
La CWD (da “Chronic Wasting Disease”) è stata isolata per la prima volta nel 1967 in Colorado, ma solo negli ultimi anni la sua diffusione numericamente molto estesa ha cominciato a preoccupare gli scienziati; del 2016, il primo caso accertato fuori dagli Stati Uniti, in una renna norvegese.
Solo nell’ultimo anno, 800 fra cervi, alci e renne sono stati colpiti dalla malattia su suolo statunitense; si stima inoltre che annualmente il consumo involontario di carne infetta negli Stati Uniti si aggiri tra le 7000 e le 15.000 unità. Un altro potenziale fattore di rischio in questo senso è rappresentato dall’estrema resistenza dei prioni nel suolo e nell’atmosfera; condizioni che, secondo gli scienziati, potrebbe agevolare un salto di specie, che ricordiamo, al momento non è avvenuto.