I fossili di Protemnodon, un genere estinto di canguri giganti, hanno rivelato che questi animali, nonostante la stazza impressionante, conducevano una vita sorprendentemente sedentaria, anzi pantofolaia. Una nuova ricerca australiana, pubblicata su PLOS One, ha analizzato i denti fossili ritrovati nel sito di Mount Etna, nel Queensland, scoprendo che questi marsupiali preistorici vivevano stabilmente nello stesso ambiente, senza spostarsi per cercare cibo, a differenza dei canguri moderni.
I Protemnodon erano più pesanti del doppio di un attuale canguro rosso, con un peso che poteva raggiungere i 170 kg. In natura, di solito, gli erbivori più grandi necessitano di territori più vasti per soddisfare il fabbisogno alimentare. Tuttavia, l’analisi degli elementi presenti nei denti fossi (in particolare dello stronzio) ha mostrato che questi canguri giganti si alimentavano quasi esclusivamente in un’area circoscritta intorno alle grotte di calcare del Mount Etna. In sostanza, questi animali raramente si allontanavano dalle loro case.

Questo comportamento fu possibile grazie alla presenza di una rigogliosa foresta pluviale che, per centinaia di migliaia di anni, garantì cibo e protezione. Purtroppo per loro, però, il clima della regione divenne più secco e stagionale, portando alla progressiva scomparsa delle foreste e quindi alla scomparsa dei Protemnodon.
A rivelarsi fatale anche la loro scarsissima mobilità. Quando l’ambiente cambiò, i canguri giganti non furono in grado di migrare verso aree più favorevoli. Questo li rese vulnerabili all’estinzione, molto prima dell’arrivo degli esseri umani, escludendo quindi un ruolo antropico nella loro scomparsa.
I risultati di questo studio aprono nuove prospettive nello studio dell’estinzione delle megafaune australiane. La ricerca suggerisce di analizzare le estinzioni caso per caso, partendo dalle specificità locali. Questo approccio aiuta a capire meglio le dinamiche ecologiche e climatiche del passato e fornisce strumenti preziosi per lo studio della biodiversità e delle crisi ambientali attuali.