Magari non pronunceranno la parola “Dumbo”, come gli appassionati disneyani possono pensare, ma gli elefanti sono in grado di chiamarsi per nome utilizzando dei vocalizzi specifici per ciascun esemplare. E sanno elaborare un pensiero astratto. È quanto emerge da una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Ecology & Evolution. E condotta dai ricercatori della Colorado State University assieme alle organizzazioni Save the Elephants ed ElephantVoices. In particolare, a finire sotto la lente degli studiosi sono stati i pachidermi africani.
Dunque, questi giganteschi mammiferi quando sono in pericolo e hanno necessità di comunicare tra loro, utilizzano questa sorta di comunicazione sofisticata. Come se il tono di voce in qualche modo cambiasse e volessero riferirsi proprio a quello specifico elefante del gruppo.
La ricerca è durata quattro anni, durante i quali i ricercatori hanno osservato e registrato i barriti degli animali situati nella riserva nazionale di Samburu e nel parco nazionale di Amboseli, in Kenya.
I 407 vocalizzi emessi da 101 esemplari e diretti a 117 destinatari sono stati poi elaborati utilizzando l’intelligenza artificiale. L’AI ha distinto le piccole e grandi differenze nei suoni, arrivando a una risposta che, se non incontrovertibile, può essere base per altre ricerche. Ovvero che gli elefanti, per districarsi in circostanze particolari, dov’è richiesta lucidità e prontezza, sanno modulare il barrito in base alla necessità di comunicare. Ciò indica una certa complessità delle loro relazioni sociali.