Close Menu
  • Ambiente
    • Animali
  • Attualità
  • Cultura
    • Misteri
    • Storia
  • Lifestyle
    • Bellezza
    • Cibo
    • Moda
    • Sesso
    • Viaggi
  • Spettacolo
  • Sport
  • Web
CultWeb.it
  • Ambiente
    • Animali
  • Attualità
  • Cultura
    • Misteri
    • Storia
  • Lifestyle
    • Bellezza
    • Cibo
    • Moda
    • Sesso
    • Viaggi
  • Spettacolo
  • Sport
  • Web
CultWeb.it
Home » Ambiente » Animali » Demenza nei gatti: c’è un fattore comune agli umani che può salvare milioni di persone

Demenza nei gatti: c’è un fattore comune agli umani che può salvare milioni di persone

I gatti sviluppano demenza come gli umani. Una ricerca università Edimburgo trova la stessa proteina tossica. I benefici? Per tutti.
Francesca FiorentinoDi Francesca Fiorentino24 Agosto 2025
Facebook WhatsApp Twitter Telegram
Signora anziana coccola il suo gatto
Signora anziana coccola il suo gatto
CONDIVIDI
Facebook WhatsApp Telegram Twitter Email

Una ricerca dell’Università di Edimburgo rivela sorprendenti somiglianze tra la demenza felina e l’Alzheimer. Lo studio ha evidenziato che i gatti possono sviluppare la demenza in modo molto simile agli esseri umani. I ricercatori hanno esaminato i cervelli di 25 gatti dopo la loro morte e hanno fatto una scoperta importante che potrebbe cambiare il modo in cui studiamo e curiamo questa malattia.

Nei cervelli dei gatti che avevano mostrato segni di demenza, i ricercatori hanno trovato un accumulo di una proteina tossica chiamata amiloide-beta. Questa è esattamente la stessa proteina che si trova nei cervelli delle persone con demenza e Alzheimer. I felini con demenza mostravano comportamenti simili a quelli umani: confusione e disorientamento, sonno disturbato durante la notte e miagolii eccessivi.

gatto arancio addormentato
gatto arancio addormentato (fonte: Unsplash)

Finora, per studiare l’Alzheimer, gli scienziati usavano principalmente topi geneticamente modificati in laboratorio. Il problema è che questi topi non sviluppano naturalmente la malattia. I gatti invece sì, quindi potrebbero essere un modello di studio più accurato e naturale. Inoltre questo vuol dire che i nuovi trattamenti per l’Alzheimer umano che potrebbero funzionare anche sui gatti (con somma gioia dei loro proprietari) e soprattutto che le ricerche possano essere più veloci e accurate.

Lo studio, condotto in modo non invasivo su cervelli di gatti deceduti, è stato finanziato da Wellcome e UK Dementia Research Institute è stato pubblicato sull’European Journal of Neuroscience.

PETA ha apprezzato il metodo rispettoso, ma si oppone a future sperimentazioni su gatti vivi.

Condividi. Facebook WhatsApp Twitter Telegram Email

Potrebbero interessarti anche

Trapianto ala farfalla

L’hanno salvata con un trapianto di ali, ora questa farfalla monarca vola come prima (VIDEO)

12 Ottobre 2025
cane su tappeto

Il tuo cane distrugge casa quando esci? Non è dispetto, è un grido d’aiuto

11 Ottobre 2025
ratti talpa nudi

Ordine, turni e pulizie di gruppo: i ratti talpa nudi hanno inventato il lavoro di squadra (e sono organizzatissimi)

10 Ottobre 2025
Facebook X (Twitter) Instagram
  • Home
  • Chi siamo
  • Staff e redazione
  • Contatti
  • Disclaimer
  • Cookie Policy
  • Privacy Policy
© 2025 CultWeb.it proprietà di Digital Dreams s.r.l. - Partita IVA: 11885930963 - Sede legale: Via Alberico Albricci 8, 20122 Milano Italy - [email protected] | Foto Credits: DepositPhotos

Questo blog non è una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001

Digita qui sopra e premi Enter per cercare. Premi Esc per annullare.