Usiamo la parola “popò” in senso familiare, ma la notizia in questione parla di orifizi anali e di come uno studio norvegese abbia notato che, nei primordi dell’evoluzione, questa parte dell’organismo fosse utilizzata per la riproduzione e non per l’espulsione del cibo digerito. La ricerca si è concentrata su un piccolo invertebrato marino chiamato xenacoelomorfo, il cui ano potrebbe essersi evoluto da un’apertura usata originariamente per il rilascio dello sperma.
I ricercatori dell’Università norvegese di Bergen, in uno studio pubblicato su Biorxiv, hanno analizzato i geni dei xenacoelomorfi, piccoli organismi marini privi di un vero e proprio ano, per comprendere l’origine del sistema digerente negli animali complessi. Questi invertebrati utilizzano la bocca sia per ingerire il cibo sia per espellere i rifiuti, ma i maschi possiedono anche un’apertura separata, il gonoporo, attraverso cui rilasciano lo sperma. Analizzando il processo di sviluppo di questa apertura, gli scienziati hanno notato che i geni coinvolti sono gli stessi che, negli animali più evoluti, danno origine all’ano.

L’ipotesi avanzata dagli studiosi è che il primo orifizio anale possa essersi sviluppato come una struttura riproduttiva nei maschi, che solo in seguito si sarebbe fusa con il tubo digerente per creare un sistema di espulsione più efficiente. Questo cambiamento evolutivo avrebbe permesso agli animali di separare le funzioni digestive da quelle riproduttive, migliorando la capacità di elaborare il cibo e favorendo lo sviluppo di corpi più grandi e complessi.
Tuttavia, alcuni ricercatori mettono in discussione questa sequenza evolutiva. Un’ipotesi alternativa suggerisce che gli antenati dei xenacoelomorfi possedessero già un ano, che sarebbe stato poi perso nel corso dell’evoluzione. Se questa teoria fosse corretta, i xenacoelomorfi avrebbero un’origine diversa rispetto ai bilateri con un sistema digestivo completo.
Indipendentemente dall’ordine degli eventi, la comparsa di un orifizio anale separato dalla bocca ha rappresentato una svolta evolutiva cruciale. Gli animali con un apparato digerente a “doppia uscita” hanno potuto elaborare il cibo in modo più efficiente, crescendo di dimensioni e sviluppando una maggiore diversificazione morfologica.
Importante: questo studio è ancora in fase di revisione scientifica.