Un’ondata di indignazione ha attraversato l’Australia dopo che le autorità dello Stato di Victoria hanno ordinato l’abbattimento di centinaia di koala nel parco nazionale di Budj Bim. Le immagini di elicotteri che sorvolano le foreste con cecchini a bordo, incaricati di sparare agli animali direttamente sugli alberi, hanno suscitato proteste da parte di gruppi animalisti e cittadini. A farne le spese sono stati soprattutto i cuccioli, rimasti senza madre e destinati a morire di stenti. Un intervento che, secondo molti, solleva dubbi etici e gestionali nella tutela della fauna selvatica australiana. L’operazione ha avuto inizio all’inizio di aprile, in risposta a un devastante incendio provocato da un fulmine, che ha distrutto oltre 2.000 ettari di habitat nel parco. Le autorità hanno dichiarato che molti dei koala sopravvissuti erano in condizioni critiche: feriti, disidratati e denutriti, tanto da rendere necessaria – secondo il governo – l’eutanasia.
Tuttavia, il metodo scelto per mettere fine alle loro sofferenze, cioè l’abbattimento aereo tramite tiratori scelti, è stato definito “crudele” e “indiscriminato” da numerose organizzazioni per la protezione degli animali.

Il governo ha sostenuto che l’intervento è stato pianificato sulla base di valutazioni veterinarie e condotto da esperti del Dipartimento dell’Energia, dell’Ambiente e dell’Azione per il Clima (DEECA). Ma secondo gruppi come Friends of the Earth Melbourne e Koala Alliance, valutare lo stato di salute di un koala da un elicottero, a 30 metri di altezza, è altamente inaffidabile. Il rischio che animali sani, comprese madri con cuccioli, siano stati uccisi per errore è concreto. E soprattutto, molti piccoli, rimasti soli, sono destinati a morire.
Gli attivisti hanno inoltre denunciato l’impossibilità per i soccorritori di accedere all’area, che è stata chiusa al pubblico e sorvegliata, impedendo qualsiasi tentativo di salvataggio. Secondo alcune fonti, i koala colpiti provenivano da una vicina piantagione di eucalipto recentemente disboscata, che avrebbe ridotto drasticamente la disponibilità di cibo e riparo.
È la prima volta in Australia che si autorizza l’uccisione di koala tramite spari da elicottero. Una modalità già utilizzata per contenere le popolazioni di cavalli selvatici e cervi, ma mai applicata a una specie protetta e simbolica come quella dei koala. Gli esperti sottolineano come questo intervento sia l’ultimo episodio di una lunga serie di errori nella gestione della specie e del suo habitat. Secondo Rolf Schlagloth, ricercatore della CQUniversity Australia, è urgente ripensare la gestione forestale e garantire corridoi ecologici estesi e connessi per evitare che disastri naturali causino stragi evitabili.
Nel frattempo, la richiesta più immediata da parte dei gruppi ambientalisti è chiara: fermare subito l’abbattimento, interrompere la raccolta degli eucalipti nei pressi del parco e avviare un’indagine indipendente sulle modalità con cui è stato condotto l’intervento.