Un team di scienziati australiani ha annunciato la scoperta di una nuova specie di balena fossile, vissuta circa 26 milioni di anni fa, che combina un aspetto apparentemente innocuo con caratteristiche da predatore temibile. Il reperto è stato rinvenuto lungo la costa di Jan Juc, nel Victoria, questa creatura, battezzata Janjucetus dullardi, rappresenta un importante tassello per comprendere l’evoluzione delle balene.
Il fossile ha le dimensioni di un delfino moderno, lungo circa 3,5 metri. A differenza delle attuali balene, che filtrano il cibo con i fanoni (delle setole filtro), questa specie possedeva denti affilati come rasoi, perfetti per cacciare prede come pesci e piccoli mammiferi marini. La sua caratteristica più sorprendente, tuttavia, sono gli occhi, grandi come palle da tennis, che suggeriscono un’eccezionale capacità visiva, probabilmente utilizzata per individuare le prede in acque profonde o torbide. Il muso corto e robusto completava il suo profilo di cacciatore agile e letale.

La scoperta, descritta in una recente pubblicazione scientifica, è il risultato di anni di studio da parte dei ricercatori del Museums Victoria Research Institute. Il fossile, ben conservato, ha permesso di ricostruire non solo l’aspetto fisico ma anche il comportamento di questa balena. Gli scienziati ritengono che fosse un predatore di vertice nel suo ecosistema, capace di dominare i mari dell’Oligocene, un periodo in cui gli oceani erano ricchi di vita marina.
Questo ritrovamento getta nuova luce sull’evoluzione delle balene dentate, un gruppo che include specie come le orche moderne. La transizione da predatori dotati di denti a filtratori con fanoni è un processo complesso, e questa scoperta aiuta a chiarire come alcune balene abbiano sviluppato strategie di caccia diverse milioni di anni fa.