Nel deserto di Fayum, in Egitto, un tempo sorgeva una foresta popolata da una fauna variegata, tra cui primati, ippopotami ed elefanti primitivi. Ma questo paradiso aveva un signore indiscusso: un superpredatore di 30 milioni di anni fa, il Bastetodon syrtos. Questo animale, della dimensione di un leopardo, apparteneva agli hyaenodonti, un antico ordine di carnivori ormai estinto. Il recente ritrovamento del suo cranio quasi completo, raccontato in Journal of Vertebrate Paleontology, rappresenta una scoperta eccezionale per la paleontologia, permettendo di chiarire il ruolo di questi predatori nell’ecosistema dell’epoca e la loro evoluzione nel tempo.

Il fossile è stato scoperto da un team di paleontologi guidato da Shorouq Al-Ashqar dell’Università di Mansoura e dell’American University in Egitto. Dopo giorni di scavi meticolosi tra strati di roccia risalenti a circa 30 milioni di anni fa, il team stava per concludere i lavori quando un ricercatore ha notato un dettaglio straordinario: una serie di grandi denti sporgeva dal terreno. Il cranio recuperato mostra una dentatura tipica degli hyaenodonti, caratterizzata da lame affilate tra i molari superiori e inferiori, perfette per un’alimentazione ipercarnivora basata per oltre il 70% su carne.
La scoperta di Bastetodon ha inoltre permesso di riconsiderare fossili rinvenuti 120 anni fa nella stessa regione e inizialmente classificati come appartenenti al genere Pterodon, tipico dell’Europa. Grazie all’eccezionale conservazione del cranio di Bastetodon, i ricercatori hanno potuto confrontarlo con questi vecchi resti, scoprendo che appartenevano a una specie strettamente imparentata ma di dimensioni ancora maggiori. Questo ha portato alla creazione di un nuovo genere, Sekhmetops africanus, in onore della dea egizia dalla testa di leonessa, simbolo di guerra e distruzione.
Gli hyaenodonti furono i primi grandi mammiferi carnivori dopo l’estinzione dei dinosauri e dominarono per milioni di anni. Tuttavia, il cambiamento climatico e la comparsa di carnivori più adattabili, come gli antenati di cani e gatti, portarono alla loro scomparsa. L’analisi dei fossili di Fayum, che coprono un periodo di circa 15 milioni di anni, ha un valore inestimabile per comprendere la storia dell’evoluzione dei mammiferi africani e la trasformazione dei loro ecosistemi. Come sottolinea il paleontologo Matt Borths della Duke University, senza Fayum sapremmo molto poco sulle origini di elefanti, primati e hyaenodonti in Africa.
Il ritrovamento di Bastetodon syrtos è quindi un passo fondamentale per ricostruire la storia dei grandi predatori preistorici e comprendere meglio come questi dominatori del passato abbiano lasciato spazio ai carnivori moderni.