Si chiama cloud seeding, che letteralmente vuol dire semina delle nuvole, ed è una tecnica che prevede l’inseminazione delle nuvole con particelle di sale o di ioduro d’argento, sparse da aerei. In questo modo si garantisce la formazione di cristalli di ghiaccio che si condensano in pioggia o neve, a seconda dell’altitudine. Si tratta di una particolare manovra che serve in maniera specifica per garantire pioggia in aree desertiche. E secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale può aumentare le precipitazioni di una singola nuvola fino al 20%. La semina funziona soprattutto sulle nuvole pluviali nelle aree montuose. L’efficacia scende nelle regioni pianeggianti. E durante periodi di grande siccità. E si capisce anche perché: il cloud seeding può applicarsi in presenza di nuvole già cariche di pioggia.
Si parla moltissimo di cloud seeding nelle ultime ore perché potrebbe dipendere proprio da questo l’anomala quantità di pioggia caduta su Dubai negli scorsi giorni. Un nubifragio così violento che ha portato sulla città degli Emirati Arabi Uniti quasi il doppio della quantità di pioggia che cade in un anno.
Gli Emirati Arabi Uniti usano la tecnica del cloud seeding dal 2002 proprio per contrastare la siccità. Secondo quanto rilasciato dal Centro nazionale di meteorologia nazionale, la semina sarebbe avvenuta il 14 e 15 aprile, ma non il 16, giorno dell’alluvione. Quindi potrebbe non essere legata alla catastrofe atmosferica.
Questa tecnica nasce negli anni ’40 e subisce un vero impulso negli anni ’50 e ’60 negli Stati Uniti per far beneficiare agli agricoltori, alle società idroelettriche e alle stazioni sciistiche di piogge e nevicate suppletive. Dopo un crollo d’interesse negli anni ’70, anche grazie alla guerra in Vietnam, oggi il cloud seeding sta conoscendo un nuovo interesse. Anche grazie ai cambiamenti climatici repentini degli ultimi anni. In prima fila troviamo Francia, Spagna e anche Cina. Se sia pericolosa o meno, questa manovra, è tutto da verificare. C’è il rischio infatti che si possa interferire nei cicli naturali. E anche le sostanze impiegate potrebbero essere tossiche, se usate in maniera indiscriminata.