Non immaginatevi alberi giganteschi che discutono tra loro di attualità. La comunicazione che avviene tra gli alberi è sottile, sofisticata e straordinaria. I ricercatori hanno scoperto che gli alberi non si limitano a competere per luce e risorse, ma collaborano, si scambiano informazioni e si proteggono reciprocamente. Grazie a reti sotterranee e segnali chimici rilasciati nell’aria, gli alberi possono avvisarsi dei pericoli, nutrire i più deboli e persino riconoscere i propri parenti.

Qualcuno ha parlato di un internet speciale il “wood-wide web”, una rete formata dalle radici degli alberi che si collegano con i funghi micorrizici e che instaura con loro un rapporto di scambio reciproco. Gli alberi cedono zuccheri ai funghi e in cambio ricevono acqua e minerali essenziali. Ma il sistema non si limita al nutrimento, serve anche da canale di comunicazione. Quando un albero viene attaccato da insetti o erbivori, invia segnali chimici attraverso le radici, allertando i vicini affinché attivino meccanismi di difesa, come la produzione di tannini tossici per scoraggiare i predatori.
Questo scambio di informazioni avviene anche tra alberi di specie diverse, come il Douglas e la betulla bianca. Il primo fornisce risorse alla betulla in inverno, e quest’ultima ricambia in estate quando le sue foglie abbondano. Inoltre, le vecchie piante aiutano le nuove generazioni, trasferendo loro nutrienti essenziali finché non diventano autonome.
Gli alberi comunicano anche attraverso l’aria. Producono e rilasciano sostanze chimiche chiamate fitoncidi, che non solo li proteggono da malattie e parassiti, ma influenzano anche il comportamento degli alberi vicini. Alcuni studi hanno mostrato che quando una giraffa inizia a mangiare le foglie di un’acacia, questa emette etilene, un gas (lo stesso che fa annerire le banane) che avvisa gli alberi vicini di rilasciare sostanze amare nelle foglie per scoraggiare ulteriori attacchi.
Un altro esempio straordinario è quello dei pini e degli olmi, che percepiscono la saliva dei bruchi e rilasciano feromoni per attrarre vespe parassite, le quali depongono le uova nei bruchi, eliminando così la minaccia.
Alcuni alberi sembrano avere persino una forma di memoria e consapevolezza della propria discendenza. I cosiddetti “alberi madre” riconoscono e nutrono i propri figli attraverso la rete sotterranea, escludendo invece quelli estranei.
Inoltre, gli alberi più antichi non si lasciano morire finché non si assicurano che le nuove generazioni siano pronte a prendere il loro posto. Persino ceppi di alberi abbattuti secoli prima possono rimanere in vita grazie al nutrimento ricevuto dalle radici degli alberi vicini.