Alberto Stasi oggi continua a scontare la pena di 16 anni di reclusione per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco in provincia di Pavia, ma dal 2023 ha la possibilità di lavorare in esterna, per poi far ritorno nel penitenziario di Bollate. Il tribunale di sorveglianza di Milano lo ha ritenuto idoneo al lavoro esterno. Egli è impiegato come contabile in una società ed è tenuto a rispettare scrupolosamente gli orari di uscita e di rientro in cella. Come il percorso effettuato ogni giorno per dirigersi in ufficio e i mezzi di trasporto scelti. Dovrebbe uscire nel 2030, ma è possibile invece che esca nel 2028.
Stasi è in prigione dal dicembre 2015, quando la condanna a 16 anni è diventata definitiva in Cassazione, annullando così le assoluzioni del 2009, del 2011 e la riduzione di un terzo della pena. Alberto Stasi ha sempre rifiutato ogni accusa, sebbene da subito gli inquirenti hanno concentrato la loro attenzione su di lui. Il ragazzo sosteneva di essere a casa sua a scrivere la tesi di laurea, nel momento della morte di Chiara. Questo l’alibi su cui la sua difesa poggiava interamente che nei primi due gradi giudizio lo aveva effettivamente salvato. Stasi, infatti, è stato assolto in primo grado, con rito abbreviato e anche in appello, ma non in Cassazione nel 2014.
La pena di Stasi finirà nel 2030, ma grazie alla buona condotta, l’uomo può ottenere 45 giorni di liberazione anticipata ogni 6 mesi, anticipando l’uscita dal carcere al 2028. Avrà anche possibilità di chiedere l’affidamento in prova dal 2025.
Parte dei soldi guadagnati con l’attuale lavoro saranno destinati da Alberto Stasi alla famiglia Poggi. In sede processuale, infatti, i genitori della ragazza hanno ottenuto un milione di euro di danni, più 150 mila euro per le spese legali. Nel 2018 Stasi e i Poggi hanno raggiunto un accordo civile per una cifra totale di 700.000 euro, metà dei quali già versati.
Il resto, come detto, arriveranno dalle detrazioni mensili sugli stipendi di Stasi. “Sapere che chi ha ucciso nostra figlia già esce dal carcere, pur senza aver mai ammesso la sua responsabilità, spiace. Non sono notizie belle. Ma la legge è così e non possiamo farci niente”, ha detto Rita Preda, madre di Chiara Poggi, in occasione dell’uscita della notizia riguardante l’uscita dal carcere per lavorare di Stasi.