A cinquant’anni esatti dal massacro del Circeo, uno dei crimini più efferati della storia italiana, Angelo Izzo ha conseguito la laurea in Giurisprudenza. Il settantenne, detenuto nel carcere di Velletri, ha discusso la tesi dal titolo “Il lato oscuro dell’illuminismo giuridico” davanti a una commissione dell’università Roma Tre, ottenendo il punteggio di 92 su 110.
Izzo sconta l’ergastolo per due serie di delitti che hanno segnato la cronaca nera italiana. Nel 1975, insieme a Gianni Guido e Andrea Ghira, fu responsabile della morte della diciannovenne Rosaria Lopez. Trent’anni dopo, nel 2005, venne condannato per l’uccisione di Maria Carmela Linciano e Valentina Maiorano a Ferrazzano.
L’avvocato Rolando Iorio, che difende Izzo da oltre quindici anni, ha commentato con soddisfazione il traguardo raggiunto dal suo assistito: “Ho sentito il mio cliente, orgoglioso per una laurea che rappresenta una forma di risocializzazione e riscatto personale. Sono convinto che al termine di questo lungo percorso di studi, possa avere compreso ancora di più i grandissimi errori che ha commesso“.
In una intervista esclusiva rilasciata all’Adnkronos dal carcere di Velletri, Izzo ha voluto chiarire la sua posizione sul tema del pentimento, spesso al centro del dibattito pubblico quando si parla di crimini così gravi. “Il pentimento a parole, l’avvicinamento ai parenti delle parti lese, beh, io credo sia tutta una ‘baracconata’ volta a lucrare benefici“, ha dichiarato senza mezzi termini.

Secondo la sua visione, un vero percorso di cambiamento non può basarsi su dichiarazioni pubbliche. “Un ragazzo che come me, a venti anni, è stato inchiodato a vita a un episodio come quello del Circeo, deve dimostrare con i fatti di essere cambiato. Il pentimento è una parola particolare che attiene più alla interiorità di un essere umano, e che pertanto io penso non vada esibito. Gli spogliarelli dell’anima sono uno spettacolo miserevole cui ho assistito troppe volte“, ha affermato.
Izzo ha poi spiegato quale considera essere la sua forma autentica di pentimento: “Considero una forma di pentimento vero e serio il fatto che io, da sempre amante del lusso e di una vita sopra le righe, devolva parte del denaro che mi passa fra le mani ad associazioni benefiche, facendo qualche modesto sacrificio“.
Particolarmente significative sono le sue parole sulla definizione di “mostro” che i media gli hanno attribuito nel corso dei decenni. “Non credo esistano i mostri, credo invece ogni uomo messo sotto pressione possa commettere atti mostruosi. Io, certamente, pur avendo commesso atti che oggi condanno, non sono mai stato un mostro“, ha dichiarato, cercando di smarcarsi da un’etichetta in cui dice di non riconoscersi.