Angelika Hutter, nata nel 1991, di Deggendorf, in Baviera (Germania) è la donna tedesca che è stata arrestata con l’accusa di omicidio stradale plurimo per aver investito una famiglia a San Stefano di Cadore, con la sua Audi A3 nera presa a noleggio, causando tre morti, tra cui un bambino di due anni. Hutter è attualmente disoccupata. Dai suoi profili social scopriamo che è un’artista che ha fatto diversi lavori in ambito creativo per pochi mesi, ma soprattutto provava a vendere oggetti creati da lei. Sempre dal profilo Facebook sono stati evidenziati post sconclusionati contro i corrieri e le banche, paragonati ai nazisti. I genitori sarebbero di origini romene, ma vivono in Germania, con loro non ha un buon rapporto. Ha un fratello di nome Martin. Non ha un fidanzato, ma avrebbe frequentato un postino, per un po’ di tempo. I media hanno ipotizzato che si tratti di una persona senza fissa dimora, perché nella sua auto sono stati trovati cibo, verdure, bottiglie d’acqua, abiti sporchi, coperte. Qualche giorno fa era stata fermata e denunciata a Bolzano, dopo una lite in un centro commerciale Twenty, perché trovata in possesso di “oggetti atti ad offendere”. Ha detto che si trovava in Italia “per fare un giro”. Le analisi del sangue di Hutter sono risultati negativi a droga e alcool.
Il 6 luglio 2023, intorno alle ore 15.30, a Santo Stefano di Cadore, a via Udine, Hutter ha travolto una famiglia di Favaro Veneto che stava facendo una passeggiata. Marco Antoniello, di 48 anni, suo figlio Mattia di 2 anni e la nonna materna Mariagrazia Zuin, di 64 anni, sono morti nell’impatto che li ha sbalzati a distanza di trenta metri. La moglie di Antoniello, madre di Mattia, Elena Potente, di 42 anni, ha riportato una frattura ad un piede, mentre Lucio Potente, il nonno, e il fratello maggiore di Mattia sono rimasti illesi.
Al Gazzettino, Marco Potente, figlio di Lucio e di Mariagrazia Zuin ha dichiarato che secondo la testimonianza di suo padre, la donna era fuori di sé: “Ha inveito contro il corpo di mia madre che era sotto il lenzuolo bianco, mi sembra qualcosa di incredibile. Ci ha condannati per sempre ad una vita orribile”. Ulteriori report, parlano di un atteggiamento di indifferenza, da parte della Hutter, nei confronti dell’accaduto, in sede di interrogatorio, il suo avvocato invece spiega che la donna non ricorda nulla di ciò che è accaduto e che si riferisce al momento dell’incidente come “un baratro”. Sempre secondo l’avvocato d’ufficio, Hutter adesso sente la responsabilità dell’incidente che ha causato e piange.
I militari stanno cercando di ricostruire le dinamiche dell’incidente. Sembra che Angelika Hutter viaggiasse a 160 km orari, e dopo l’impatto con le vittime, la sua auto sia andata a distruggersi contro un lampione. Attualmente la donna è in carcere alla Giudecca, a Venezia. In carcere non ha voluto incontrare uno psicologo e non ha voluto contattare i genitori.
A fine maggio, la Hutter era stata fermata e denunciata a Bolzano, dopo una lite con un commesso di un negozio di telefonia nel centro commerciale Twenty. In quell’occasione i commessi del negozio si erano preoccupati per la foga con cui la donna discuteva, e avevano chiamato la polizia. I militari, dopo la segnalazione, avevano constatato che la Hutter aveva un martello che spuntava dallo zaino.
Sui suoi profili social Angelka Hutter ha condiviso creazioni sue di vario genere: un divano di vimini nero ottenuto da un cesto, poi acquerelli e nature morte.