Antonio Mancini, nato il 4 febbraio 1948, anche conosciuto come Accattone e Zio Nino, è stato uno dei protagonisti della malavita romana tra gli anni Settanta ed i Novanta. Originario di Castiglione a Casauria, in Abruzzo, ma cresciuto a Roma, nello specifico nel quartiere di San Basilio alla periferia della città, entra a far parte della Banda della Magliana che aveva intenzione di conquistare la Capitale ottenendo solamente di seminare un diffuso terrore.
La sua “carriera” nel crimine, però, termina nel 1994, quando Antonio Mancini diventa collaboratore di giustizia, contribuendo a far luce su intricati casi di cronaca nera, dalla morte di Mino Pecorelli all’agguato al boss Enrico De Pedis e al coinvolgimento della banda nelle ricerche della prigione di Aldo Moro per finire con il caso di Emanuela Orlandi. Oltre a questo, poi, si è dichiarato reo confesso di quattro omicidi. Dopo aver scontato la sua pena, però, ha deciso di cambiare completamente vita e oggi vive a Jesi.
“Devo tutto a un ispettore di Polizia, Angelo Sebastianelli, al presidente dell’Anffas, Antonio Massacci, e al Comune di Jesi. Mi hanno offerto la possibilità di reinserirmi nella società. Ho fatto tutta la mia galera, il carcere duro, poi per 10 anni ho avuto la possibilità di restituire qualcosa”
Il suo riscatto personale è arrivato grazie ad un’attività di assistente nel trasporto dei disabili. All’inizio le famiglie hanno dimostrato una certa diffidenza ma, alla fine, hanno offerto a Mancini la possibilità di dimostrarsi effettivamente cambiato.
Andando oltre il suo passato discutibile, comunque, il nome di Antonio Mancini è salito nuovamente alle cronache a causa di un errore d’identità che lo ha dato per morto, anche se per poche ore. In realtà ad essere scomparso il 2 gennaio 2023 a 85 anni è stato Luciano Mancini, anche lui èx membro della banda della Magliana.
Dal canto suo Antonio, dopo una notte passata a tranquillizzare amici e famigliari sulla sua sorte, ha deciso di prendere con la necessaria ironia l’errore. “La notizia della mia morte a 85 anni mi ha allungato la vita. Ne ho almeno altri 10 assicurati”