Il nome di Einav Zangauker potrà non dire molto ai più, ma la sua esperienza è quella di una donna che lotta per la libertà del figlio e non ha paura di contestare duramente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Residente a Ofakim, è diventata il simbolo della lotta delle famiglie degli ostaggi catturati da Hamas durante l’attacco del 7 ottobre 2023. Prima dell’orrore, Einav lavorava come coordinatrice per l’istruzione superiore presso il Comune di Ofakim, crescendo da sola i suoi tre figli, tra cui Matan, rapito insieme alla sua compagna Ilana Gritzewsky dal kibbutz Nir Oz.
Mentre Ilana è stata liberata in uno scambio di prigionieri nel novembre 2023, Matan rimane nelle mani di Hamas. Da quel giorno, la vita di Einav si è trasformata in una disperata ricerca di giustizia e di ritorno del figlio. Inizialmente, la sua attività si è concentrata sulla partecipazione al Forum delle Famiglie degli Ostaggi e dei Dispersi e al movimento Siamo Tutti Ostaggi, incontrando figure politiche come il ministro degli Esteri Israel Katz e il primo ministro
Tuttavia, la frustrazione per la mancanza di progressi e la percezione di un governo più interessato alla politica che alla vita dei suoi cittadini hanno portato Einav a una radicale trasformazione. Da sostenitrice di Netanyahu, è diventata una delle sue più aspre critiche, accusandolo di sacrificare la vita degli ostaggi per “considerazioni politiche”. La sua rabbia e il suo dolore l’hanno spinta a guidare proteste e marce, anche verso la residenza del primo ministro a Gerusalemme, denunciando pubblicamente la sua inazione e il suo “cinismo”.
L’ultima, poche ore fa, quando l’IDF è entrata ufficialmente a Gaza City. Il primo pensiero è andato, allora, ai 22 ostaggi ancora nelle mani di Hamas, per i quali tutto è cominciato e che ora rischiano di essere uccisi. Si paventava nelle scorse ore, infatti, che Hamas potesse usarli come scudi umani per evitare l’avanzata dell’esercito. Einav si è rivolta direttamente alla moglie di Netanyahu, Sara:
“Sara, esci fuori e dimmi cosa mi hai promesso a Nir Oz. Vieni, ci sono anche altri padri e madri qui. Esci e dimmi come mi hai mentito in faccia, come mi hai detto che avresti portato un accordo e fatto tornare tutti a casa. Sai come incontrarci a porte chiuse, lontano dai media, e vendi sciocchezze fatte e finite. Basta“.

La storia di Einav Zangauker è un esempio di come la guerra possa trasformare le vite, spingendo le persone a lottare con ogni mezzo per i propri cari. Il suo attivismo, riconosciuto anche a livello internazionale con l’inclusione nella lista delle 100 donne più influenti del 2024 stilata dalla BBC, è quello di una madre che chieden giustizia.
Zangauker è arrivata anche a Washington da Donald Trump per denunciare l’operato di Netanyahu.