Il turista che ha distrutto due statue romane in un museo, in Israele, è un uomo di 40 anni, un cittadino americano ebreo, affetto da disturbi mentali, che avrebbe distrutto irrimediabilmente le sculture perché le considera “idolatre e contrarie alla Torah”. Tuttavia l’avvocato dell’uomo ha spiegato che non ha agito sulle basi di fondamentalismo religioso, ma perché sarebbe stato pervaso dalla “sindrome di Gerusalemme”, una condizione che si manifesta curiosamente solo se ci si trova nella Città Santa e porta il soggetto a impulsivi gesti psicotici legati alla fede.
Il nome del turista americano per il momento non è stato svelato, su esplicita richiesta del suo legale. Il magistrato ha respinto questa richiesta, ma ha posticipato la decisione di svelare o meno il suo nome a domenica mattina.
Stando a quanto riportato dalla CNN, la polizia israeliana ha spiegato che nel tardo pomeriggio del 5 ottobre 2023, la polizia di Gerusalemme ha ricevuto una segnalazione da parte del museo di Israele in merito ad un visitatore che, deliberatamente, ha distrutto due statue romane del secondo secolo d.C. causando un danno notevole. L’uomo è stato portato alla stazione di polizia per essere interrogato. Sarà sottoposto a perizia psichiatrica e rilasciato lunedì, in attesa di un processo.
Il legale del turista americano, Nick Kaufman ha spiegato, in una mail inviata alla CNN che il sospetto “non ha agito per fanatismo iconoclasta. Le sue azioni precedenti all’incidente e l’atteggiamento generale, suggeriscono che soffra di una condizione conosciuta come la Sindrome di Gerusalemme”