Marius Borg Høiby, 28 anni, è il figlio maggiore della principessa ereditaria Mette-Marit di Norvegia, nato da una relazione precedente al matrimonio con il principe ereditario Haakon, futuro re del Paese. Non avendo un titolo reale né ruoli pubblici ufficiali, Høiby è cresciuto lontano dai riflettori della monarchia, ma la sua vita privata è ora al centro di un caso giudiziario che ha scosso la Norvegia.
Nel mese di agosto 2025, le autorità di Oslo hanno formalizzato contro di lui un’accusa per 32 reati, tra cui quattro capi d’imputazione per stupro, violenza domestica, molestie e riprese non consensuali di natura intima. Le indagini, iniziate dopo il suo primo arresto nell’agosto 2024 per un episodio di violenza contro una donna, hanno rivelato un quadro complesso, con un numero di presunte vittime che supera la decina. Gli episodi di stupro contestati si sarebbero verificati tra il 2018 e il 2024, alcuni dei quali filmati senza consenso (torniamo alla terribile vicenda della pagina Facebook, Mia moglie, che trovate qui). Le accuse includono anche violazioni di ordini restrittivi e minacce, come un messaggio intimidatorio inviato tramite Instagram.
Il padre, Morten Borg, finì in carcere nel 1992 per guida in stato d’ebbrezza, possesso di droga e violenze. Høiby, che non fa parte della linea di successione al trono, è stato cresciuto insieme ai fratellastri, la principessa Ingrid Alexandra e il principe Sverre Magnus, nella residenza reale di Skaugum.

Tuttavia, il suo stile di vita ha spesso attirato critiche. In passato, è stato associato a frequentazioni controverse, inclusi membri di gruppi criminali, e ha ammesso pubblicamente di aver lottato con problemi di salute mentale e abuso di sostanze, come alcol e cocaina. Dopo l’arresto del 2024, ha dichiarato di voler intraprendere un percorso di riabilitazione.
Il suo avvocato, Petar Sekulic, ha ribadito che Høiby respinge le accuse più gravi, pur ammettendo responsabilità per reati minori, come danni materiali e percosse in un episodio specifico. Il processo, previsto per gennaio 2026, durerà circa sei settimane e sarà di certo uno dei più seguiti nella storia recente norvegese, anche per l’impatto sulla monarchia, il cui consenso pubblico è in calo.
Il procuratore Sturla Henriksbø ha sottolineato che la posizione di Høiby nella famiglia reale non influenzerà il giudizio: i reati contestati potrebbero portare a una condanna fino a 10 anni di carcere. La Corte Reale si è limitata a dichiarare che il caso è nelle mani della giustizia, evitando ulteriori commenti.