Paola Cesaroni, nata nel 1964 a Roma, è la sorella di Simonetta Cesaroni, e fu proprio lei a trovare il corpo della ragazza uccisa in via Carlo Poma, il 7 agosto 1990. Assieme ai suoi genitori, Anna Di Giambattista e Claudio Cesaroni, Paola ha testimoniato più volte, in sede giudiziaria e non, su quella che rimane una delle più efferate e misteriose vicende della cronaca nera italiana poiché, dopo oltre 20 anni, non è ancora stata trovata traccia del colpevole. Ai tempi del delitto era fidanzata con Antonello Barone, anche lui tra i testimoni di quella giornata.
In tutti questi anni Paola ha sempre cercato la verità e si è battuta per scoprire cosa sia successo quel giorno. In un’intervista a La Stampa sull’omicidio di Simonetta, la donna aveva detto: “Aveva 20 anni e le hanno tolto tutte le possibilità. Non riesco a dimenticare la sera in cui la trovai senza vita in quell’ufficio. Fu terribile quando mi convocarono per un interrogatorio e mi mostrarono le foto di lei straziata da 29 coltellate. Fu uno shock. Forse volevano sapere se nascondessi qualcosa”.
Come scrive Repubblica, nel 2010 Paola Cesaroni ha raccontato in tribunale il momento in cui scoprì il corpo di Simonetta: “Andammo nell’ufficio di via Maggi dove Simonetta lavorava, individuammo l’indirizzo dell’ufficio di Via Poma e andammo lì. Suonammo alla portineria ma nessuno rispose, fino a quando Luca, il figlio di Volponi (datore di lavoro di Simonetta ndr) scavalcò il cancello e la moglie del portiere ci indicò dov’era l’ufficio e aprì la porta. Volponi, in fondo al corridoio della casa, si mise le mani tra i capelli e disse al figlio di tenermi. Arrivai davanti la porta, ma la stanza era semibuia e vidi solo una ragazza per terra. Poi con l’aiuto di un accendino, riuscii a trovare l’interruttore della luce e allora quello che vidi fu choccante. Non si vedeva che Simona aveva avuto 29 coltellate, notai però dei buchi all’altezza del torace”
Paola, così come sua madre Anna, hanno sostenuto che Simonetta avesse un rapporto complicato con il ragazzo che frequentava, Raniero Brusco, che nel 2011 fu condannato a 24 anni come colpevole dell’omicidio, e poi assolto tre anni dopo.
Oggi non si sa molto della vita privata di Paola Cesaroni che, dopo questa orribile vicenda, ha cercato di vivere in maniera riservata. Nel 2011, dopo la messa in onda del film per la televisione “Il delitto di Via Poma”, ispirato proprio a questa tragica vicenda, Paola Cesaroni ha dichiarato di averlo visto e averlo trovato rispettoso nei confronti della storia e della loro famiglia.