Firenze ha la sua prima sindaca donna e si chiama di Sara Funaro, assessora uscente della giunta Nardella che ha la politica e, soprattutto, il ruolo appena assunto nel DNA. Lei, infatti, è la nipote di Piero Bargellini, meglio conosciuto come il sindaco dell’alluvione del 1966, che ha portato la città sulle prime pagine di tutti i giornali nel mondo.
Un’eredità importante, dunque, quella della Funaro, nata proprio a Firenze il 12 maggio del 1976, sotto il segno del Toro. La sua è una famiglia dove le differenze culturali e religiose si sono fatte sempre sentire rappresentando un’occasione di arricchimento e confronto. Suo padre, infatti, l’architetto Renzo, è di religione ebraica, che lei stessa ha abbracciato. La madre, Antonina, cattolica.
La politica, però, non è sempre stata al centro dei suoi interessi. Dopo aver conseguito il diploma al liceo classico Machiavelli, infatti, si è laureata in Psicologia e specializzata in psicoterapia con un corso quadriennale in psicologia clinica.
A questo ha fatto seguito anche un corso di perfezionamento ad Urbino in psicoterapia fenomenologica. E un master di Etnopsichiatria con docenti del Centre Devereux di Parigi. In parallelo ai suoi studi, poi, la Funaro ha frequentato con grande passione anche il mondo del sociale. Esperienza che lei stessa ricorda con queste parole:
“Ho iniziato facendo la volontaria da adolescente con ragazze e ragazzi disabili, ho continuato lavorando come operatrice con i minori, nella salute mentale e nelle dipendenze. Poi ho deciso di trasferirmi in Brasile, a Salvador Bahia, dove ho lavorato con i bambini di strada e presso comunità psichiatriche, a fianco degli ultimi e di chi non aveva una voce. Nella vita ho avuto la grande fortuna di trasformare le passioni in una professione, ho sempre creduto che se qualcuno non ha più speranze bisogna aiutarlo a iniziare nuovamente a sognare”.
Funaro è stata poi volontaria con ragazze e ragazzi disabili. E per un periodo si è trasferita in Brasile, a Salvador Bahia, dove ha lavorato con i bambini di strada e presso comunità psichiatriche.
La politica, invece, arriva relativamente tardi nella sua vita. Nello specifico nel 2014. Seguendo l’esempio di suo nonno, decide d’iniziare questa avventura accanto a Dario Nardella come assessora a Welfare e Sanità, Casa, Pari Opportunità, Accoglienza e Integrazione.
Nel 2019, poi, viene eletta nel consiglio comunale e riconfermata nuovamente in giunta con deleghe a Welfare e Sanità, Immigrazione e Istruzione. Al centro della sua attenzione ci sono sempre le persone e, proprio per questo motivo, il suo scopo è rendere la città sempre più inclusiva e giusta.