Heather Barnett, nata nel 1954, era una sarta di Bournemouth, nel sud dell’inghilterra, che fu uccisa uccisa da Danilo Restivo il 12 novembre del 2002, nella sua abitazione. Barnett era divorziata ed era molto legata ai due figli Caitlin e Toby Marsh, che all’epoca dell’omicidio avevano rispettivamente 11 e 14 anni. Viene ricordata come una grande lavoratrice e una donna sempre entusiasta, dal carattere gioviale e spiritoso, amante del divertimento.
Secondo quanto dichiarato da sua sorella Denise, al termine della sentenza della Corte Inglese del 30 giugno del 2011 che condannò Restivo a 40 anni di carcere per omicidio volontario, Heather sarebbe rimasta inorridita dal preciso piano organizzato dall’uomo non solo per ucciderla. Ma anche per fare in modo che fossero proprio i figli a ritrovarla, al rientro da scuola.
Heather Barnett infatti aveva 48 anni quando è stata brutalmente assassinata dal suo vicino di casa, Danilo Restivo, che anni prima aveva ucciso Elisa Claps a Potenza. Restivo si era trasferito qualche isolato più in là dalla sua villetta al 211 di Capstone Road, con la moglie Fiamma, una donna molto più grande di lui che gli faceva quasi da madre. La Barnett, ex signora Marsh, era divorziata e non aveva mai pensato a rifarsi una vita. Il suo obiettivo principale era crescere Toby e Caitlin, senza mai fargli mancare niente. Per questo aveva messo a frutto il suo talento con ago e filo, adibendo una parte della casa in stanza del cucito.
Pochi grilli per la testa, tanto lavoro, insomma. Una vita tutto sommato serena, vissuta in una cittadina balneare considerata tra le più tranquille del Regno Unito. Almeno, fino al momento del suo omicidio. Come detto, furono proprio i figli di Heather a ritrovare il cadavere della madre, brutalizzato da Restivo. I pantaloni erano abbassati, aveva un taglio sulla gola e ferite da martello. Mutilata, teneva in una mano una ciocca dei suoi stessi capelli.
Per riuscire a risolvere quello che sembrava a tutti gli effetti un delitto perfetto, gli inquirenti inglesi sfruttarono le indagini italiane su Restivo per il delitto di Elisa Claps. La giovane ragazza di Potenza, infatti, morì con modalità simili il 12 settembre del 1993. Ma è solo dopo il ritrovamento casuale del suo corpo, 16 anni dopo il suo omicidio, nascosto nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità, che la colpevolezza di Restivo venne accertata. A inchiodarlo, delle tracce di DNA sui vestiti della Claps. Lo stesso DNA presente su un asciugamano verde all’interno del bagno della Barnett. “Non capisco perché una cosa del genere sia successa a una donna come mia madre”, ha detto la figlia, Caitlin Marsh.