Ha deciso di togliersi la vita ieri, Virginia Giuffre, figura centrale nell’esposizione della rete di traffico sessuale orchestrata da Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell. La sua testimonianza ebbe un impatto significativo nel portare alla luce abusi sistemici e nel coinvolgere figure di alto profilo, tra cui il principe Andrea del Regno Unito.
Nata Virginia Louise Roberts il 9 agosto 1983 a Sacramento, California, Giuffre subì abusi sessuali fin dall’età di sette anni. Durante l’adolescenza, ha vissuto periodi in affidamento e sulla strada. Nel 2000, mentre lavorava come assistente in una spa presso il club Mar-a-Lago in Florida, quando fu avvicinata da Ghislaine Maxwell, che le offrì un’opportunità di lavoro, apparentemente allettante, come massaggiatrice per Epstein. Questo incontro ha segnò l’inizio di anni di abusi e sfruttamento sessuale.
Nel 2011, Giuffre rese pubbliche le sue accuse contro il principe Andrea, affermando di essere stata costretta ad avere rapporti sessuali con lui quando aveva 17 anni. Il principe negò le accuse in più di un’occasione. Tuttavia, nel 2021, Giuffre intentò una causa civile contro di lui a New York, che si concluse nel 2022 con un accordo extragiudiziale. Sebbene l’importo non sia stato ufficialmente divulgato, si stima che il principe abbia pagato circa 12 milioni di sterline, senza ammettere colpevolezza. In un’intervista concessa alla BBC, Giuffre disse:
“È stato un periodo davvero spaventoso della mia vita. Lui sa cosa è successo, io so cosa è successo. E solo uno di noi due dice la verità“.
Dopo essersi trasferita in Australia nel 2002 con il marito Robert Giuffre, padre dei suoi tre figli, Virginia fondò l’organizzazione no-profit SOAR (Speak Out, Act, Reclaim), dedicata al supporto delle vittime di traffico sessuale e abusi. Attraverso questa piattaforma, ha lavorato fino all’ultimo per sensibilizzare l’opinione pubblica e fornire risorse a chi ha subito traumi simili ai suoi .
Ieri, la donna è stata trovata morta nella sua residenza a Neergabby, Australia Occidentale. La sua famiglia ha confermato che si è trattato di un suicidio. Nei mesi precedenti, aveva affrontato problemi di salute, tra cui un incidente stradale che l’aveva portata a dichiarare pubblicamente di avere “quattro giorni di vita”. Inoltre, era coinvolta in una disputa legale con il marito separato, che l’aveva accusata di violare un ordine restrittivo, accusa che lei aveva negato.
La sua storia è stata al centro del film drammatico di Netflix, Scoop, che raccontava, seppur in maniera indiretta, il coinvolgimento di Giuffre nello scandalo sessuale Epstein.