Il 12 giugno 2023 moriva Silvio Berlusconi, politico, imprenditore e personalità di rilievo nella storia contemporanea italiana. Le sue ceneri, a fianco dei genitori Rosa e Luigi, sono tumulate all’interno del monumentale mausoleo di famiglia che si chiama La volta celeste. E si trova all’interno di Villa San Martino, ad Arcore. Una costruzione imponente in travertino, realizzata da Pietro Cascella, caratterizzata da sarcofago in marmo rosa e massicce sfere. “Silvio Berlusconi mi disse: non farmi una cosa mortuaria con le falci, le morti, i teschi, gli scheletri, quell’armamentario cimiteriale. Fai qualcosa che inneggi alla vita“, disse Cascella in un’intervista a Ugo Gregoretti.
L’opera, una cappella privata, circondata da un curatissimo prato all’inglese, è viale dei Pioppi, al centro del parco di Villa San Martino. Una dimora faraonica a cui si accede tramite una scalinata d’accesso che porta a un grande portone di ferro e alla tomba centrale, posizionata in un locale interrato e circondata da torce perennemente accese.
Le decorazioni? Decisamente sfarzose. Il monumento è adornato con bassorilievi con frutta, rose e cibo, simbolo di prosperità. Troviamo anche fregi di catene che incarnano l’amicizia e i legami familiari.
Un’opera per gli amici
Per costruire La volta celeste servirono 3 anni e più di 100 tonnellate di marmo. L’opera fu terminata nel 1990 e mostrata orgogliosamente da Berlusconi a Michail Gorbačëv che si era dimesso da tempo da Capo di Stato russo.
Il mausoleo ospita altri 39 loculi per i familiari e gli amici che volessero condividere la sepoltura con i Berlusconi. Si dice che l’ex ministro della Difesa Cesare Previti possa essere tra questi. Assieme a Marcello Dell’Utri, tra i fondatori di Forza Italia. E a Gianni Letta, Fedele Confalonieri e Adriano Galliani.
Anche Indro Montanelli, direttore di Il Giornale, ebbe l’invito a “riposare” al fianco di Berlusconi, ma declinò l’invito dicendo: “Signore, non sono degno“. Non c’è, invece, Emilio Fede, fedelissimo di Berlusconi e allontanato dal cosiddetto cerchio magico dopo il Caso Ruby.
Piccola curiosità: Pietro Cascella era un fervente comunista. Ma stimava Silvio Berlusconi.